mercoledì 23 dicembre 2009

Heifetz al rallentatore

Yasha Heifetz (Vilnius, 2 febbraio 1901 – Los Angeles, 10 dicembre 1987) è stato uno dei più brillanti violinisti del XX secolo. Su Youtube c'è questo filmato che mostra alcune riprese al rallentatrore: le mani di Heifetz si muovono sulla tastiera ad una velocità ridotta di 8 volte mentre suona alcuni passaggi della tarantella di Henri Wieniawski. Che direee.., si resta semplicemente a bocca aperta. Il rallentatore esalta la estrema fluidità e la precisione “disumana”. Nessuna nota sfugge ad una esecuzione nitida. In questo pezzo heifetz sembra avere la concentrazione di un Dio che vuol dare uguale dignità ad ogni nota che crea.

sabato 19 dicembre 2009

Hassid, fragile stella del mattino

Josef Hassid (1923 – 1950), violinista dal suono emozionante come pochi , morto a 26 anni in ospedale psichiatrico a seguito di una lobotomia. Il grande Kreisler disse di lui "Un violinista come Heifetz appare una volta ogni 100 anni, uno come Hassid ogni 200." Il pianista Gerarld Moore disse che " a eccezione di Menhuihn è il talento più straordinario io abbia mai ascoltato” Nato in Polonia, Hassid aveva studiato con Carl Flesch ed esordì a Londra con uno strepitoso successo nel 1946 a soli 16 anni., ma poco dopo cadde nel silenzio. Fu ricoverato in ospedale psichiatrico con la diagnosi di “schizofrenia”. “Joseph – dice Yves Gitlis suo amico di studi - aveva come dei cuscinetti di velluto sui polpastrelli delle dita. Il suo vibrato e il suono erano splendidi, ma forse era malato da sempre. Era impossibile essere “normali” e suonare come suonava lui”. La malattia precipitò dopo una delusione amorosa: Hassad si era innamorato perdutamente di una ragazza ma i suoi parenti avevano osteggiato in modo deciso la loro unione. Era un ragazzo introverso, sensibile e fragile e non sopportò la rottura" .
Oggi sono disponibili 9 brani registrati da Hassid tra cui una “melodia ebrea”, a parere unanime, eseguita in modo eccezionale.

venerdì 18 dicembre 2009

Michael Rabin: la dura vita del prodigio

Dura la vita anche per i bambini violinisti prodigio. Alcuni si salvano e diventano musicisti e uomini equilibrati , altri non ce la fanno. La storia del violino è probabilmente lastricata da devastanti ansie, costrizioni e infanzie negate sacrificate all’altare del successo. Tra i grandi violinisti rimasti prigionieri del proprio talento precoce c’è Michael Rabin (May 2, 1936 – January 19, 1972) violinista americano discendente da una famiglia di ebrei romeni. Rabin morì per overdose di droga nel 1972. Padre violinista della New York Philarmonic e madre pianista di successo, Michael Rabin a sei anni fu presentato ad Heifetz che consigliò di mandarlo a lezione da Ivan Galamian: “non ha punti deboli”disse di lui il maestro iraniano. E in effetti era un violinista straordinario sia tecnicamente che per la qualità del suono. Il suo debutto nel 1951, a 15 anni con la New York Philarmonic (concerto in D maggior di Paganini). A 18 anni alla Royal Albert Hall il concerto di Tchaikovsky . Violinista affermato, tenmne concerti in tutto il mondo . Durante un recital alla Carnegie Hall, improvvisamente cadde e questo segnò l’apparire di un disagio neurologico che avrebbe condizionato la sua carriera e la sua vita. Morì a 35 anni nel suo appartamento di New York per overdose.

mercoledì 16 dicembre 2009

Le dita sanguinanti di Jan Kubelík

Si può suonare il violino 10 o 12 ore al giorno fino a far sanguinare le dita?
Si può. Lo diceva Jan Kubelik (1880 – 1940) ricordando che da bambino suonava "until my fingers started to bleed". (fin a far sanguinare le dita). L’affermazione è probabile contenga una esagerazione ad effetto, comunque Kubelik fu il primo della grande “sfornata” di bambini prodigio a cavallo del secolo scorso. Giardiniere in un sobborgo di Praga, ma con la passione per il violino, il padre di Jan scoprì subito il talento del figlio , e all’età di cinque anni lo mandò a lezione con Karel Weber e Darel Ondříček . A otto anni in conservatorio con il mitico Otakar Ševčík . A 19 anni Kubelik teneva concerti ed esibizioni da solista ed esordì a Vienna, poi Londra e negli Usa dove nel 1902 fu premiato con la Society's Gold Medal l'anno successivo a Eugène Ysaÿe
Kubelik
suonava un Guarneri del Gesù e due Stradivari: nel 1910 acquistò lo Stradivari Emperor del 1715 . Le prime registrazioni di Kubelik per la Grammophone contribuirono all’enorme successo del violino come strumento .La sua stella di violinista brillò fino alla morte anche se offuscata dall’apparire dell’imperatore Jascha Heifez

martedì 15 dicembre 2009

Maestri e allievi

Gasan studiava con il maestro Zen Tekisu che era molto severo.
Qualche volta lo picchiava persino. Altri allievi non sopportavano questo genere di insegnamento e se ne andavano. Gasan rimaneva dicendo: “ Un discepolo di poco valore utilizza l’influenza dell’insegnante. Un discepolo mediocre ammira la bontà di un insegnante.
Un buon discepolo diventa forte sotto la disciplina di un insegnante”.

Szigeti: il violinista dotto

Mi ha sempre colpito il modo in cui Joseph Szigeti muove la mano sinistra sulla tastiera. La spinta, il movimento sembra nascere dalla base delle dita e dà l’impressione di grande leggerezza ed “aristocratica” eleganza. József Szigeti (1892 – 1973) conterraneo del conte Dracula è nato in Transilvania in Ungheria. Orfano di madre a tre anni, visse con i nonni in una piccola città dei Carpazi. La banda del paese era costituita quasi esclusivamente dagli zii e lui è cresciuto nella musica. Bambino prodigio andò a Budapest a prender lezione da Jenő Hubay (a sua volta allievo del grande Joachim)(nella foto a lato Hubay con il giovane Szigeti) . A 10 anni cominciò a tener concerti suonando i pezzi da “fenomeno” del repertorio virtuosistico, ma dopo aver conosciuto il pianista Ferruccio Busoni, cominciò a sviluppare un approccio più intellettuale alla musica che gli guadagnò il soprannome di “Il violinista dotto” Fu sostenitore della “nuova musica” e amico del compositore Béla Bartók (conosciuto durante il ricovero in sanatorio per una forma di tubercolosi) . Fu il “destinatario” di numerose composizioni della new music dal Concerto per violino di Ernest Bloch, alla Rhapsody No. 1 di Bartok, alla Sonata N,1 di Eugène Ysaÿe. Si ritirò dai concerti nel 1960 dedicandosi all’insegnamento e alla scrittura

domenica 13 dicembre 2009

Fine delle trasmissioni da Saturno

La sigla che ha chiuso le trasmissioni della TV dal 1954 al 1980 fa parte della composizione di Roberto Lupi (Milano 1908 – Dornach 1971) nota come Armonie del pianeta Saturno. Dicono che quella sigla nei bambini generasse un senso di inquietudine e forse è vero, ma era una inquietudine metafisica che apriva tante domande e una strana porta sull’infinito. O, almeno, sul nulla televisivo della notte, che invece oggi è stato abolito, riempiendo a ogni ora lo schermo.
« La musica è un lembo di cielo strappato al cosmo affinché l'uomo stesso possa scorgere in sé i più grandi misteri della Vita e dell'Universo
Roberto Lupi


La rivoluzione di Josè Antonio Abreu

Che piacere guardare e ascoltare l’ orchestra giovanile Simon Bolivar diretta da Gustavo Dudamel. Quanta energia ed entusiasmo riesce a centrifugare. Fondata nel 1975 da Josè Antonio Abreu è la immagine di un "Sistema" che in 32 anni, in Venezuela, ha dato vita a 150 orchestre giovanili e 140 infantili. 250.000 tra bambini e ragazzi hanno imparato a suonare uno strumento musicale e fanno parte di un'orchestra. Con una spesa annuale simile a quella necessaria per mantenere in vita un solo grande teatro italiano si sono ottenuti risultati straordinari. Non solo dal punto di vista musicale. Il progetto Abreu ha strappato tanti giovani alle “bande criminali” per portarli nelle “bande musicali”, li ha riscattati da situazioni di miseria materiale e spirituale”. Abreu è un eroe, capace di trasformare un sogno in realtà.
"Se dai un pesce ad un uomo, si nutrirà una volta.
Se gli insegni a pescare, mangerà tutta la vita.
Se i tuoi progetti valgono un anno, semina il grano.
Se valgono cent'anni, istruisci le persone".


Gervasio e il Tarlo di Carosello

La musica di Carosello? E chi se la dimentica? L’autore è Raffaele Gervasio , (nato a Bari 1910 - 1994), che ha riadattato una vecchia melodia popolare napoletana, “i pagliacci”, di autore sconosciuto. (la tradizione napoletana è davvero una miniera a cui hanno attinto tutti da Bach ai Beatles) . Gervasio (nella foto a lato a lezione di violino) ha studiato al liceo musicale Niccolò Piccinni di Bari e tra i suoi insegnanti c’era la giovanissima e celebre violinista Gioconda De Vito.
Gervasio nel 1950 avreva scritto le musiche per Carosello Napooletano, un grande spettacolo teatrale rappresentato in tutto il mondo (trasformato in un film nel 1954)
Il titolo Carosello televisivo prese spunto proprio dal Carosello Napoletano.
Carosello nacque il 3 febbraio 1957 e quella musica è rimasta un piacevole tarlo per tutti i bambini che andavano a letto alle 21,15 circa (altri tempi!!!) dopo aver visto la trasmissione. L’ultimo Carosello andò in onda il 1° gennaio 1976 salutato da una commossa Raffaella Carrà.

domenica 6 dicembre 2009

Il pisolino pomeridiano

Dopo pranzo Soyen Shaku, il maestro Zen, faceva sempre un pisolino. Alcuni bambini del tempio gli domandarono perché, e lui rispose “ Vado nel mondo dei sogni a trovare i vecchi saggi, come faceva Confucio”. “Quando Confucio dormiva , sognava gli antichi saggi e dopo parlava di loro ai suoi seguaci”.
Nei giorni seguenti ci fu una ondata di caldo terribile e anche alcuni bambini si appisolarono.
Il maestro li rimproverò: “Siamo andati nel mondo dei sogni a trovare gli antichi saggi proprio come faceva Confucio – risposero al maestro adirato.
"A si? E che cosa vi hanno detto quei saggi? – chiese Soyen Saku
Uno dei piccoli discepoli rispose: “Abbiamo domandato loro se il nostro maestro andava là tutti i pomeriggi, ma ci hanno detto di non averlo mai visto”.

Leopold Auer e l'archetto nelle costole

Leopold Auer 1845 – 1930 ungherese, è stato uno dei più grandi pedagoghi del violino e insegnante tra i più ricercati per gli alunni di talento. Tra i suoi allievi c’è un numero impressionante di superviolinisti : Mischa Elman, Jascha Heifetz, Nathan Milstein, Efrem Zimbalist, Georges Boulanger, Benno Rabinof, Kathleen Parlow, Oscar Shumsky. Anche Shinichi Suzuki (l’ideatore del metodo dell’educazione al talento) , fu suo allievo , così come il grande maestro Sasha Lasserson e la giovane Clara Rockmore che più tardi divenne una delle più abili suonatrici del theremin.
Auer con i suoi studenti non si concentrava su questioni tecniche ma li guidava nell’ interpretazione della musica. Se uno studente era alle prese con un problema tecnico, Auer non offriva alcuna soluzione né prendeva l’ arco per mostrare il modo di suonare un passaggio. L’allievo de la doveva sbrigare da solo o preferiva chiedere l’aiuto dei colleghi. Tuttavia, Auer era pignolo e richiedeva la massima precisione tecnica L'ammissione alla sua classe era un privilegio di chi aveva talento ma le sue lezioni erano una prova di resistenza e di duro lavoro.
Il maestro valutava la vitalità musicale e l’ entusiasmo. Odiava le interpretazione anemiche e non esitava a “ficcare l’arco nelle costole dello studente", chiedendogli più "krov." ( "sangue" fuoco o vivacità.)
Auer spingeva i suoi studenti fino ai loro limiti, ma era anche pieno di sollecitudine nei loro confronti aiutandoli ad ottenere borse di studio, mecenati, strumenti migliori, permessi di soggiorno per i suoi studenti ebrei
Auer scrisse tre libri Violin Playing as I Teach It del 1920), My Long Life in Music (1923) and Violin Master Works and Their Interpretation (1925)

Sun Tzu e l’arte della guerra

Al generale cinese Sun Tzu (544 a.C. – 496 a.C.) viene attributo L’arte della guerra uno dei più importanti trattati di strategia militare dell'antichità: si dice che il libro fosse molto apprezzato da Mao Zedong e l'esercito degli Stati Uniti lo ha incluso fra le opere indispensabili per la formazione continua del personale. Il libro del generale Sun Tzu è diventato, inoltre, una della letture preferite di manager e amministratori pubblici (la copia che sto leggendo me l'ha prestato il sindaco del mio paese ) e non farebbe male anche ai direttori d’orchestra e a noi "pacifisti con giudizio"
Da Sun Tzu:
- Il più grande condottiero è colui che vince senza combattere
- In ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro,e quelle imprevedibili alla vittoria
- Quando muovi sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna
-I Soldati vanno trattati innanzitutto con umanità, ma controllati con ferrea disciplina. Questa è la strada per la vittoria
- Non ci sono che cinque note in musica, eppure la loro combinazione dà forma a un numero di melodie maggiore di quelle che possono essere udite.
-In battaglia non ci sono più di due modi d'attacco: il diretto e l'indiretto; eppure questi due, in combinazione, danno luogo ad una serie infinita di manovre

venerdì 4 dicembre 2009

Theremin: Il violino a valvole

Il Theremin ( eterofono,) , è il più antico strumento musicale elettronico che si conosca, ed ha il suono di un etereo violino. Inventato dal fisico russo Leon Theremin nel 1919, il theremin è composto da due antenne, una superiore e l’altra laterale poste a lato di un contenitore in cui c’è la parte l'elettronica. Le note si ottengono allontanando e avvicinando le mani alle antenne. L’antenna superiore controlla l'altezza del suono, quella laterale , posta orizzontalmente, permette di regolarne l'ampiezza. Il suono può variare tra quello di un violino e quello della voce umana. Si suona senza toccare lo strumento, muovendo magicamente le mani nell’aria.
Leo Theremin mentre compiva alcuni esperimenti per l'esercito russo, con amplificatori a valvole, si accorse che a volte si produceva un fischio che cambiava frequenza variando la distanza delle mani dalle valvole. Sviluppò l'idea fino a giungere alla costruzione dello strumento musicale che battezzò eterofono.
Theremin era anche un violoncellista e lo stesso Lenin gli propose di diffondere lo strumento in Europa. Venne organizzato un tour nelle maggiori capitali europee: Berlino, Londra e Parigi. Proprio a Parigi la curiosità fu tale da causare disordini fra le migliaia di persone che non erano riuscite ad avere un posto in teatro.
Nel 1928 Theremin sbarcò a New York dove lo strumento venne presentato a un ristretto gruppo di musicisti e magnati dell'industria (vi erano anche Arturo Toscanini e Henry Ford). In seguito fu fondata un'azienda per lo sviluppo e la costruzione dell'eterofono che per l'occasione fu ribattezzato theremin.
La più grande virtuosa dello strumento fu Clara Rockmore, una violinista russa allieva di Leopold Auer, che, non potendo proseguire per motivi di salute la sua attività, si dedicò al nuovo strumento. Il theremin è stato usato dal chitarrista dei Led Zeppelin, Jimmy Page, in molti live e nell'intermezzo di Whole Lotta Love (1969). Il gruppo statunitense Beach Boys impiegò estensivamente il theremin nella produzione dell'album Pet Sound, nel singolo Good Vibration e nell'album Wild Honey.



E c'è anche questo spiazzante video segnalato da Marida con "l'orchestra giapponese di Theremin" (sarà l'unica) : il Matryomin ensemble "Mable. Il matryonim è un Theremin a forma di matriosca inventato da Masami Takeuchi nel 1999 e messo in produzione nel 2003 dalla Mandarin Electron company. Pare ne abbia venduti più di 1600... in Giappone naturalmente http://www.mandarinelectron.com/theremin/english/matryomin/index.html


mercoledì 2 dicembre 2009

Il suono della felicità

Bankei era un grande maestro Zen. Dopo la sua morte un cieco che viveva accanto al tempio disse ad un amico: “ Da quando sono cieco, non posso osservare la faccia delle persone, e allora devo giudicare il loro carattere dal suono della voce. Il più delle volte, quando sento qualcuno che si congratula con un altro per la sua felicità o il suo successo, afferro anche una segreta sfumatura di invidia. Quando uno esprime il suo rammarico per la disgrazia di un altro, sento il piacere e la soddisfazione, come se quello che si rammarica sia in realtà contento che nel suo proprio mondo ci sia ancora qualcosa da guadagnare.
La voce di Bankei, però, sin dalla prima volta che l’ho sentita, è sempre stata sincera. Quando lui esprimeva felicità non ho mai sentito null’altro che la felicità, e quando esprimeva dolore, il dolore era l’unico sentimento che io sentissi”

Ivan Galamian

Ivan Alexander Galamian è stato insegnante di un bel numero di violinisti anche “ospiti” del nostro Blog; da Perlman a Zukerman alla signora Kyung – Wha Chung, ma a quanto pare il suo metodo non è molto praticato nei Conservatori di Musica. Galamian è nato a Tabriz in Iran nel 1903 ma l’anno successivo la famiglia si trasferì a Mosca. A 16 anni (1919) si diploma in violino nella Scuola della Società Filarmonica di Mosca, e si reca a Parigi dove studia privatamente con Lucien Capet (suggeritore della tecnica del "roulè", o arco rullato). Nel 1937 si trasferisce negli Stati Uniti.. Nel 1944 fonda i corsi estivi di violino a Meadowmounth, Westpourt (N.Y) . La sua frase preferita era una citazione di Seneca ("imperare sibi maximum est imperium" "governare se stessi è il massimo dei dominii), che aveva inciso su di una piccola targa appesa nella cucina della scuola estiva di Meadowmounth. Dal 1946 fino alla sua scomparsa (New York 1981) è stato insegnante alla celebre Julliard School di New York.. Nel 1981 esce per la Ricordi la versione italiana del suo Principi di tecnica e d'insegnamento del Violino/Principles of Violin Playing & Teaching, che parla della sua scuola e del suo metodo.

Su Youtube ci sono diversi filmati della violinista Elizabeth Willis che spiega alcuni aspetti della tecnica di Galamian (ci fidiamo?). Nel filmato parla della mano sinistra e invita a seguire la tecnica di Galamian tenendo le dita molto più arrotondate sulle corde come se poggiassero su di una palla: " ciò rende più facile raggiungere le posizioni più alte e i cambi di posizione in genere".

Perlman-Zukerman, gioco per due violini

La parte migliore di un concerto? A volte è proprio quello che non si vede e non si sente: le prove. Stamattina alla buonora ha bussato questo video di qualche annetto fa…con Itzhak Perlman (Jaffa, 31 agosto 1945) e Pinchas Zukerman (Tel Aviv, 16 luglio 1948) e mi ha trasmesso una insolita allegria (si potrebbe dire gioia, ma è parola difficile da usare). Due scintillanti musicisti (tra parentesi entrambi allievi di Ivan Galamian) filmati mentre preparano il Capricio in La minore per due violini di Wieniawski.; non stanno solo provando per tenere un concerto, stanno “giocando” , divertendosi, suonando, in uno scambio di energie e sentimenti
La musica senza questo fattore umanamente X diventa un “lavoro” abbrutente;
il video è uno spettacolo contagioso, da condividere anche senza capire molte parole del commento in inglese.
Per la cronaca: Itzhak Perlman suona lo Stradivari Soil del 1714, già appartenuto a Yehudi Menuhin.. Pinchas Zukerman suona il Dushkin, un Guarneri del Gesù del 1742.
Purtroppo l'incorporamento è disattivato e non si può avere la finestra , quindi cliccate sull'indirizzo :
http://www.youtube.com/watch?v=SR_oJXyokww
Però, si divertono anche sul palco: "Per me - dice Perlman - (quello con Zukerman) è stato il più bel Tour di concerti che io abbia mai fatto".

Tartini: suono o son desto

“Una notte del 1713 sognai di aver fatto un patto con il diavolo. Il mio nuovo servitore anticipava tutti i miei desideri, dandomi anche più di quello che io volevo. Alla fine gli passai il mio violino e grande fu il mio stupore quando sentii una sonata così unica e bella, eseguita con tale superiorità ed intelligenza che non avevo mai udito nulla di simile. Non solo: non avevo mai neppure semplicemente immaginato che potesse esistere una musica così incantevole. Provai un senso di piacere, - di rapimento, di sorpresa – talmente intenso che mi sentii mancare il respiro: la forza di questa sensazione fece si che mi risvegliassi all’improvviso. Afferrai immediatamente il mio violino cercando di riprodurre quei suoni che avevo appena udito, ma invano. Il pezzo che composi – e che chiamai “Il Trillo del Diavolo” – è di fatti il migliore che io abbia mai scritto, ma non è neppure lontanamente paragonabile a ciò che avevo ascoltato in sogno: sul momento, se solo avessi potuto contare su altri mezzi con cui vivere, avrei rotto il mio violino per la disperazione e avrei abbandonato la musica per sempre”
Giuseppe Tartini (Pirano, 12 aprile 1692 – Padova, 26 febbraio 1770)
Probabilmente gran parte della fama di Tartini è dovuta proprio a questa immagine, anche se ci sono ragioni ben più valide per ricordarlo. A pensarci bene, usare il Diavolo come testimonial rende il suo racconto uno spot formidabile.

Lo Stradivari di Tartini

Tra le consolazioni ,nel racconto da apnea notturna della nascita de Il Trillo del Diavolo, c'è quella che, dovendo pur vivere con il suo violino, Tartini si è guardato bene dal romperlo. Sarebbe stato un bel guaio per i posteri perchè possedeva uno Stradivari del 1715, forse acquistato direttamente nella bottega del maestro cremonese. Il suo era uno dei grandi violini costruiti da Stradivari e oggi più conosciuto come il Lipinski perchè in seguito è appartenuto al violinista polacco Karol Lipinski che gareggiò con Paganini

Ricreazioni violinistiche

Forse farà piacere alla nostra amica Gioconda l’uscita delle Ricreazioni Violinistiche di Alberto Curci (Edizioni Curci) riunite in un solo volume ( corredato da cd) . Dieci piccoli pezzi melodici per violino e pianoforte, progressivi e di facile lettura, ad uso dello studente fin dai primi mesi di studio per un passaggio graduale dalle corde vuote all’uso delle tre dita. Brevi composizioni, piacevoli da suonare e divertenti
Nel cd allegato, i brani sono eseguiti da Gabriele Pieranunzi al violino e Maurizio Baglini al pianoforte. Il cd contiene anche la registrazione della sola parte pianistica per suonare a casa con l’accompagnamento di un grande interprete. Il costo di volume e CD è di 18 euro e contiene 10 brani divisi nelle varie sezioni: Solo corde vuote, Corde vuote e dito, Corde vuote 1° e 2° dito, Corde vuote 1°, 2° e 3° dito

lunedì 23 novembre 2009

A lezione da Vengerov: solo il vento

Assistere dal vivo ad una Masterclass di Maxim Vengerov, per ogni violinista professionista, o dilettante, o anche solo immaginario, deve essere un impagabile esperienza e non sarebbe male proiettare e commentare i video nelle scuole di musica come parte del programma di studi. Se avete 6 minuti e 40 secondi godetevi questo filmato della masterclass di Vengerov con Philipp Schottle impegnato nella Sonata No.3 in re minore, ballata di Eugene Ysaye (a Eugene Enesco) Se avete altri 5 minuti e 59" potete godervi anche la prima parte del filmato sempre su Youtube.
L’inglese di Vengerov è abbastanza semplice visto che non è di madre lingua. Grazie a ciò è discretamente comprensibile anche dagli scarsi come noi. Ad un certo punto dell'esecuzione che ha una energia frastornante (Ysaye rocchettaro!) Vengerov, indicando come interpretare uno dei passaggi più trascinanti dice “Only the wind”, solo il vento violinistico che poi si trasforma in tempesta. Only the wind: la energia musicale esplode e fa scomparire l’archetto il violino, il violinista e... lo spettatore.



Il sito http://www.masterclassfoundation.org/releases.php
ha nel proprio catalogo di vendita diversi video di masterclass tenute da Maxim Vengerov e cliccando sui titoli in elenco si possono vedere estratti delle lezioni pubblicati su youtube.

Donne col violino: Ginette Neveau

Ginette Neveau non era quello che si può definire un esempio di grazia femminile. Yves Gitlis l’aveva soprannominata il gladiatore, per via delle sue spalle larghe e della voce cavernosa. Ida Hendel racconta : “quando incontrai per la prima volta la Neveu , mi veniva da ridere ma non sapevo perché. Poi prese il violino e cominciò a suonare. Bèh, vorrei rassicurare tutti che la voglia di ridere non durò molto, rimasi inchiodata senza parole dal suo modo ipnotizzante di suonare" .
Ginette Neveu , nata a Parigi nel 1919 iniziò a suonare a cinque anni; a sette diede il suo primo concerto, a nove anni il suo primo concerto con l'orchestra. A 11 anni ricevette il primo premio al Conservatorio di Parigi. Fu allieva di Carl Flesch per quattro anni e nel 1935 vinse il concorso "Wieniawski" a Varsavia (il secondo premio andò a David Oistrakh, il che è tutto dire).
La sua carriera finì tragicamente : morì in un incidente aereo sul cielo delle Azzorre, nel 1949 a soli 30 anni

domenica 22 novembre 2009

2 - Anne Akiko Meyers

Lascia senza fiato questa energetica esecuzione del terzo movimento del concerto di Samuel Barber.
Anne Akiko Meyers è una eccezionale ed incantevole violinista nata nel 1970 a San Diego in California da padre statunitense e madre giapponese.
Possiede uno Stradivari costruito nel 1730, (quando il maestro cremonese aveva circa 86 anni) il 'Royal Spanish' che è stato di proprietà del re di Spagna.
Anne Akiko Meyers ha iniziato a suonare all’età di 4 anni. A 12 anni ha tenuto il suo primo concerto con una orchestra ed ha debuttato con la Filarmonica di New York diretta da Zubin Mehta . A 18 anni ha registrato il suo primo album con i concerti di Barber e Bruch
Da bambina si esercitava suonando il violino ovunque, anche in viaggio sul sedile anteriore della auto di famiglia una mitica Wolkswagen Beetle.
Qui il collegamento al suo elegantissimo sito internet . Che dire? Bella, brava , intelligente, raffinata: ridondante conferma che il buon Dio non è democratico nella distribuzione delle risorse e degli attributi.
http://www.anneakikomeyers.com/html/home.html

giovedì 19 novembre 2009

Il riso del violino.

Tra le casalinghe pulizie straordinarie c’è quella interna del violino per eliminare tutto ciò che si annida nella cassa ( batuffoli di polvere e altro )
Il metodo è consigliato da Carl Flesch nel suo "L'arte del violino" (edizioni Curci): Prendiamo un paio di cucchiai da minestra di riso, possibilmente quello un po' spezzettato e inseriamolo (crudo!!!) dentro lo strumento.
Agitiamo lo strumento (senza eccedere nella vigorosità del movimento) in maniera che il riso pulisca l'intera superficie del fondo, insistendo particolarmente negli “angoli” in cui gli zocchetti si incontrano con le controfasce;
Continuiamo a muovere il violino facendo scorrere il riso su tutta la parte interna delle fasce, poi giriamo il piano armonico verso il basso e, dopo aver dato una ultima setacciata, facciamo uscire il riso dalle effe .
I più parsimoniosi potranno lavare il riso e farci una minestrina.
(Consulente per le pulizie: Aldeo)

Due minuti e mezzo, di Bach

Due minuti e mezzo di attenzione: Kyung – Wha Chung esegue la sonata per violino N°1 BWV1001(Presto) di Bach. Nata nel 1948, in Corea del Sud, Kyung-wha Chung è stata una bimba prodigio, all'età di nove anni già suonava il Concerto per violino di Mendelssohn con la Seoul Philharmonic Orchestra. Trasferitasi in America con la famiglia, a 13 anni iniziò a studiare con Ivan Galamian . Nel 1967, la sua bravura mise in serio imbarazzo i giurati dell’Edgar Leventritt Concorso, una prestigiosa competizione vinta in precedenza da Itzhak Perlman. Non riuscendo a decidere, per la prima volta nella storia del concorso i giudici proclamarono due vincitori: Kyung – wah Chung e Pinchas Zukerman. Per partecipare al concorso e aumentare la fiducia in se stessa, Chung aveva convinto la madre a vendere la casa di famiglia in Corea per comprare un violino Stradivari. .Nel 1970 Kyung – wah Chung venne in Europa dove incontrò il suo secondo grande maestro, Joseph Szigeti. (Commento a foto e video: "Quant'è bella gioventù, passa in fretta e non torna più)


Pulire è un po' suonare

Dice un mio amico che il violino non si pulisce. Semplicemente bisogna evitare che si sporchi.
Dice il saggio:
bisogna spolverare prima di vedere la polvere. Non pensare: “il violino è già pulito”, ma “tienilo pulito”. Non lasciare che la polvere si annidi perché pulire il violino è suonare il violino.
Ogni volta, dopo aver usato il violino, bisogna prendersi cura di lui, ed è utile munirsi di 3 pezzi di stoffa:
uno un po' ruvido con cui togliere i residui di pece dalle corde e dalla tastiera strofinando con un po' di energia; uno molto morbido per spolverare delicatamente il piano armonico. Infine un panno mooolto morbido per dare una passatina all'intero strumento con particolare insistenza nelle zone venute a contatto con le nostre mani (unto e sudore)
Se poi abbiamo peccato di attenzioni quotidiane e c’è bisogno di togliere le incrostazioni di pece dalla tavola, ci sono vari metodi, ma per evitare problemi si può utilizzare il “resin remover” prodotto specifico da acquistare nei negozi specializzati.
Per pulire a fondo la tastiera e le corde, non credo si sbagli ad inumidire appena un panno con acquaragia e poi agire di conseguenza
Alla fine non dimentichiamo : “un posto per ogni cosa, ogni cosa al suo posto”
Dopo aver usato il violino, rimettilo dove lo hai preso, ti ringrazierà.(non so perché , ma è una frase che fa un certo effetto)

mercoledì 18 novembre 2009

Un peso sulla pancia

Tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo il violino è cambiato in modo notevole rispetto al periodo barocco. E’ aumentata la inclinazione del manico (che si è allungato di alcuni centimetri), la catena è diventata più grande. Successivamente le corde di budello sono state sostituite da corde rivestite di acciaio. Lo strumento è stato modificato per ottenere una maggiore potenza sonora richiesta dalle sale da concerto e dal nuovo ruolo dei solisti. Per ottenere una maggiore sonorità si è innalzata l’intonazione del La fondamentale, passato dalla frequenza di circa 420 Hz del periodo Barocco, alla frequenza di 440 Hz. Tutto ciò significa una maggiore tensione delle corde e quindi una maggiore pressione esercitata sul ponticello e sulla tavola armonica (la pancia del violino). Con questa accordatura si calcola che la tensione complessiva delle corde sia di 20 kg, mentre la forza esercitata dal ponticello sulla pancia del violino è di circa 10 kg. , La povera pancia sprofonderebbe se non ci fossero catena e anima, che lavorano nell’ombra. Senza di loro, inoltre, l’energia sonora delle corde non si trasmetterebbe in modo pieno ai legni dello strumento.

Lo zen di ogni istante

Gli studenti di Zen stanno almeno dieci anni con i loro maestri prima di "presumere di poter insegnare" a loro volta.
Nan-in ricevette la visita di Tenno che dopo aver fatto il consueto tirocinio era diventato insegnante. Era un giorno piovoso, perciò Tenno portava zoccoli di legno e aveva con sé l’ombrello.
Dopo averlo salutato, Nan-in disse: « Immagino che tu abbia lasciato gli zoccoli nell’anticamera. Vorrei sapere se hai messo l’ombrello alla destra o alla sinistra degli zoccoli»
Tenno, sconcertato, non seppe rispondere subito. Si rese conto che non sapeva portare con sé il suo Zen in ogni istante.
Divenne allievo di Nan-in e studiò ancora sei anni per perfezionare il suo Zen di ogni istante.
* * *
Zen violinistico : Nell’ultimo esercizio di Hans Sitt che ho studiato ieri, al primo rigo, terza battuta, c’era un bequadro : accanto a quale nota?......booh!!!
Vado ad esercitare per altri sei anni il mio zen di ogni istante.

lunedì 16 novembre 2009

Otakar Ševčík

Per i violinisti dilettanti, che dopo aver acquistato o ricevuto in dono il violino cercano di cimentarsi con o senza guida di un maestro, i problemi con l’arco , il tremolio, la rigidità , lo stridore al tallone ( e non) , si impongono subito. Tra gli esercizi consigliati e utilissimi ci sono sicuramente gli studi di Otakar Ševčík (1852- 1934) , grande violinista e didatta che ha suonato con Eugène Ysaÿe ed ha sfornato una schiera di eccezionali allievi (Jan Kubelik, Jaroslav Kocián, Juan Manén, Marie Hall, Erika Morini ).
Yehudi Menhuin non perdeva occasione per raccomandare la bontà degli studi di Ševčík, accompagnata dalla consapevolezza che ogni esercizio anche ripetitivo diventa una perla se si cerca la bellezza del suono, la eleganza del movimento, o se ne coltiva l’impulso ritmico. Come dice Menhuin: “Disinvoltura ed eleganza raffinate non appaiono improvvisamente come ricompensa per una tensione massacrante. Disinvoltura ed eleganza nascono da disinvoltura ed eleganza e queste “grazie” devono essere preservate contro tutte le avversità, per mezzo di una implacabile, paziente, incessante persistenza e fede”. Proprio per questo - scrive Menhuin - "a dispetto, o a causa del mio grande rispetto per gli esercizi di Ševčík, faccio tesoro del contributo di Katò Havas per l'essenziale controparte e contrappeso che esso rappresenta, senza il quale approccio in verità tutti gli esercizi sono destinati a rimanere una penitenza che abbrutisce"

sabato 14 novembre 2009

Devi trovare la tua voce


L’attacco iniziale dei violini in "Viva la Vida" dei Coldplay è uno degli elementi del suo successo. Dietro l’ arrangiamento c’è il violinista italiano Davide Rossi, torinese di 39 anni, diplomato al Conservatorio di Milano nel '92, Per il lavoro di scrittura e arrangiamento Rossi ha vinto con la band inglese tre Grammy Awards, gli Oscar della musica. Il pezzo inizialmente era stato scartato ma dopo l’arrangiamento di archi venne ripreso ed è diventato il successo che conosciamo..Per il “signor Rossi” tutto è cominciato nel '94 con la partecipazione ai corsi del mitico Robert Fripp (chi ricorda i King Krimson?) a Londra,. “Ho seguito Fripp praticamente in tutta Europa, - dice Rossi - con lui ho trovato il filo che univa i due mondi musicali, quello classico e quello rock. Lui mi ha insegnato la poliritmia, i tempi scomposti, tutte cose che si ascoltano nei suoi lavori con i King Crimson.
"Devi trovare la tua voce" mi diceva con il suo approccio filosofico alla musica, quasi zen. Alla fine credo di esserci riuscito".

http://www.youtube.com/watch?v=dvgZkm1xWPE

Dialogo Zen

A proposito del post precedente su Davide Rossi e il mitico Robert Fripp c'è una bellissima storiellina Zen che tratta di maestri e allievi, ottusi e svegli…

Due templi zen avevano ciascuno un bambino prediletto tra tutti. Ogni mattina uno di questi bambini andando a comprare verdure, incontrava l’altro per strada. “Dove vai?” domandò il primo. “Vado dove vanno i miei piedi” rispose l’’altro . Questa risposta lasciò confuso il primo bambino che chiese aiuto al suo maestro
“Quando domattina incontrerai quel bambino” gli disse l’insegnante “Fagli la stessa domanda. Lui ti darà la stessa risposta e allora domandagli: Fa’ conto di non avere i piedi: dove vai in quel caso?” “Questo lo sistemerà”. La mattina dopo i bambini si incontrarono di nuovo . “Dove vai” domandò il primo bambino “Vado dove soffia il vento”, rispose l’altro. Anche stavolta il piccolo rimase sconcertato e andò a raccontare al maestro la propria sconfitta . “E tu domandagli dove va se non c’è vento” gli consigliò il maestro. Il giorno dopo i ragazzi si incontrarono per la terza volta
“Dove vai?” domandò il primo bambino . “Vado al mercato a comprare le verdure “ rispose l’altro

Qui sotto il link all'indimenticabile The court of the Crimson King di Robert Fripp
http://www.youtube.com/watch?v=fpr0qoDI-cI

Il terzo suono di Tartini

Quando chiesi ad un mio amico, un po’ poeta, come fare per raggiungere la sua abitazione di campagna, mi disse: "E’ facile, segui la via, ci sono due trulli, il mio non è il primo, ma il terzo”.
Capii che doveva avere il terzo occhio e riusciva a vedere il terzo trullo
Il terzo suono, invece, (i cosiddetti toni risultanti o toni di Tartini) l’ha scoperto Giuseppe Tartini da Pirano, (1692 – 1770) :«Se non sentite il basso» diceva Tartini ai suoi allievi, «le vostre terze o le vostre seste sono imperfette»:
In sostanza si tratta di questo: se, ad esempio, suono la nota La (frequenza di 440 Hz) assieme ad un Mi (660 hz circa) otterrò anche come terzo suono il La all’ottava inferiore, attorno ai 220 hz. (equivalente della differenza tra le frequenze delle due corde 660 – 440 = 220)
In pratica, quando accordiamo il violino e raggiungiamo l'accordo preciso tra due corde sentiamo un suono più pieno e più corposo; è l'effetto del terzo suono che produce un raddoppio all'ottava inferiore della nota più bassa tra le due che stiamo accordando.
Anche se raramente ce ne rendiamo conto, è proprio questa particolarità che ci permette di accordare lo strumento senza misuratori elettronici.
(P.S. Grazie ad Aldeo per la consulenza):
Il violinista sul Trullo...
ehm.. licenza poetica pugliese: nel filmato il grande Isaac Stern esegue la colonna sonora del film Il violinista sul tetto

venerdì 13 novembre 2009

Il violino femmina

Quando il grande Nathan Milnstein vendette al violinista russo Louis Krasner il suo stradivari “Dancla”, disse che : “il mio amore per questo violino non è diminuito . Solo che, dopo aver tarscorso anni con una bionda ardente e sfavillante, giunsi a sentire il bisogno di passare a una più sobria – e forse più tranquilla e più composta, più pacata – brunetta”
Maxim Vengerov che acquistò il suo stradivari Kreutzer nel 1998 per la bella cifra di 947.500 sterline, a proposito della sua relazione con il violino disse: “E’ un matrimonio”
Il Violino è uno strumento pieno di femminilità e, almeno per gli uomini, la metafora sembra inevitabile
Le donne tendono più a considerarlo come una estensione di se stesse ( Anne Sophie Mutter, ma non è la sola, suona tenendo poggiato il suo Stradivari sulla spalla nuda)
Nella foto a lato “Le Violon D’Ingres”, opera del fotografo statunitense Man Emmanuel Rudsitzky in arte Man Ray (Filadelfia, 27 agosto 1890– Parigi, 18 novembre 1976), che ritrae la sua amante/assistente/amica Kiki, cantante di Montparnasse. (La frase "Le violon d'Ingres" era un modo dire "il mio hobby")

lunedì 9 novembre 2009

Lo spirito dei Samurai

I samurai si inchinano dinanzi alle loro spade prima e dopo l’addestramento:
è il riconoscimento della importanza della spada nella loro vita. La consapevolezza che l’uso di un simile strumento costituisce essenzialmente uno sforzo spirituale.
Come i Samurai, prima di prendere il violino, è buona consuetudine fare un cenno di assenso con il capo: serve a ringraziare questo meraviglioso strumento per ciò che porta nella nostra vita. Ci dà piacere, ci mette in contatto con altre persone, ad alcuni di noi permette di avere un lavoro gratificante.
Il cenno del capo ringrazia le mani e le menti invisibili che hanno contribuito a creare il nostro violino. Chi lo ha costruito grazie alle conoscenze ricevute ma anche chi lo ha imballato, spedito, chi ha costruito strade, ponti, mezzi di trasporto senza i quali il nostro violino non sarebbe nelle nostre mani. (ovviamente val la pena non eccedere...altrimenti passiamo la giornata ad inchinarci davanti a tutti gli oggetti dell'universo..)

sabato 7 novembre 2009

Il violino a pezzi


Prima o poi dovevo cedere alla tentazione di elencare le parti del violino. Lo faccio con questo schema bilingue. Il consiglio è di cliccare sulla foto a lato per ingrandirla e permettere la lettura anche a quelli come me con la vista meno aquilina. Il violino visto da fuori o da dentro è sempre uno spettacolo. Manca una foto dello strumento visto in sezione ma provvedo alla prima occasione.



Arpa ad acqua: intervallo

Intervallo per il Viandante giunto nel nostro diario: riposa lo spirito e le membra sotto questa arpa ad acqua: "animazione musicale al computer, semplicemente, elettronicamente poetica".
Non si può rubare la luna:
"Ryokan, un maestro Zen, viveva nella più assoluta semplicità in una piccola capanna ai piedi di una montagna. Una sera un ladro entrò e fece la scoperta che non c'era alcunchè da rubare.
Ryokan tornò e lo sorprese. "Forse hai fatto un bel pezzo di strada per venirmi a trovare" disse al ladro " e non devi andartene a mani vuote. Fammi la cortesia , accetta i miei vestiti in regalo". Il ladro rimase sbalordito. Prese i vestiti e se la svignò.
Ryokan si sedette, nudo, a contemplarte la luna. "Pover'uomo", pensò "avrei voluto potergli dare questa bella luna"
(Storiella Zen bellissima d'estate, meno bella d'inverno....)

Il principe Kevenhuller e la sua copia

Dopo il suo debutto a New York nel 1927 , il tredicenne Yehudi Menhuin “il più grande bambino prodigio” del secolo scorso, divenne il beniamino di Paperon de Paperoni Henry Goldman , banchiere il cui nome è tutto un programma. Goldman in gioventù era stato venditore di violini (per lo più copie di Stradivari) . Questa volta si offrì di regalare al giovane Menhuin uno Stradivari vero e Menhuin scelse il cosiddetto principe di Kevenhuller : un violino costruito da Stradivari nel 1733 quando il liutaio aveva quasi 90 anni: uno strumento “ampio e dalle forme arrotondate verniciato di un colore rosso intenso, fiammeggiante. Alle sue grandi proporzioni corrispondeva un suono ampio, forte, docile”. “L’ideale – disse in seguito Menhuin - per l’approccio romantico della mia gioventù”. Il Kevenhuller venne pagato 60.000 euro (580 mila euro attuali) che zio Henry Goldman pagò senza batter ciglio assicurandosi un posto in prima fila ad ogni esecuzione di Menhuin.
Il Kevenhuller era stato il violino di Joseph Bohm uno dei più celebri violinisti ungheresi che nel 1820 risollevò le sorti dei quartetti di Beethoven dopo il fiasco iniziale
Con il Kevenhuller, Menhuin tenne a Berlino nel 1929 il famoso concerto al termine del quale Albert Einstein ringraziò Menhuin con queste parole “ Ora so che c’è un Dio in cielo”
Sempre con il Kevenhuller , Menhuin registrò nel 1932 il concerto di Elgar. Una registrazione eccezionale rimasta in catalogo dal giorno in cui è stata messa in commercio.
Nel 1936 un liutaio francese Emile Francais realizzò e regalò al violinista una copia perfetta del Kevenhuller dopo aver smontato pezzo per pezzo lo stradivari misurandone ogni dettaglio, e aver passato ben 18 strati di vernice ognuno dei quali lasciato due giorni ad asciugare
Menhuin a 19 anni suonò questo sosia del Kevenhuller e disse che “possedeva tutte le qualità del suo Stradivari, fatta eccezione per quella maturità che arriva col tempo”. Menhuin suonò il Kevenhuller sosia anche in concerto e… pare che il pubblico non abbia mai notato la differenza”.

martedì 3 novembre 2009

101 storielle Zen: nelle mani del destino

Nobunanga, un grande guerriero giapponese decise di attaccare il nemico sebbene il suo esercito fosse soltanto un decimo di quello avversario. Lui sapeva che avrebbe vinto, ma i suoi soldati erano dubbiosi.
Durante la marcia si fermò a un tempio scintoista e disse ai suoi uomini: “ Dopo aver visitato il tempio lancerò una moneta. Se viene testa vinceremo, se viene croce perderemo. Siamo nelle mani del destino”.
Nobunaga entrò nel tempio e pregò in silenzio. Uscì e gettò una moneta. Venne testa. I suoi soldati erano così impazienti di battersi che vinsero la battaglia senza difficoltà.
“Nessuno può cambiare il destino” disse a Nobunaga il suo aiutante dopo la battaglia
“No davvero” rispose Nobunaga, mostrandogli una moneta che aveva testa su tutte e due le facce.

Il ponticello lottatore di Sumo

Il ponticello del violino? Somiglia ad un lottatore di Sumo stilizzato. Gli intarsi e la sua forma disegnano quasi una figura umana appollaiata, con le mani che toccano le ginocchia e la testa incassata sulle spalle.
Ma la forma del ponticello non è frutto di un capriccio estetico. Il ponticello è “fatto così” perché riesce a svolgere al meglio il compito fondamentale di trasmettere , alla tavola armonica, la energia sonora liberata dalle corde.
Se fosse un pezzo di acero senza fori e con spessore uniforme i segnali acustici sarebbero riflessi prevalentemente verso la tastiera e non metterebbero in vibrazione nel modo migliore la cassa .
Parlando in termini di fisica acustica: Un ponticello deve avere nella parte superiore una impedenza* uguale a quella delle corde (che hanno una impedenza bassa) mentre alla base del ponticello l’impedenza* deve essere uguale a quella della tavola armonica (che ha una impedenza Alta).
*( Impedenza = la resistenza che il materiale oppone al flusso della energia acustica)

Impedenza 2: Ogni tanto si cede alla tentazione di fingersi più eruditi di quello che si è.

domenica 1 novembre 2009

La tazza da té

Ikkyu, il maestro Zen, era molto intelligente anche da bambino. Il suo insegnante aveva una preziosa tazza da tè , un oggetto antico e raro. Sfortunatamente Ikkyu ruppe questa tazza e ne fu molto imbarazzato. Sentendo i passi dell’insegnante, nascose i cocci della tazza dietro la schiena. Quando comparve il maestro, Ikku gli domandò: “Perché la gente deve morire?
“Questo è naturale”
spiegò il vecchio. “Ogni cosa deve morire e deve vivere per il tempo che le è destinato”
Ikkyu, mostrando la tazza rotta, disse: “Per la tua tazza era venuto il tempo di morire”.
* * *
I racconti Zen sono spesso illuminanti e oggi 1° novembre “ricorrenza dei defunti” mi è tornata in mente questa splendida “tazza da tè”, storiella che, lo confesso, ha sempre lasciato la curiosità di conoscere la reazione “intrisa di saggezza” del maestro.
Ho provato a sostituire la tazza di tè con un violino Stradivari del 1727 pagato qualche milione di euro e più adatto ai nostri parametri: “ma porca miseria p..tt.na, che c..zz hai fatto, devi morire ba..strd di un moccioso , ti mando ai lavori forzati tu e la tua filosofia del c.zzZen!!!!! (mi dicono che l' episodio della tazza da tè abbia dato origine a questo Sutra del Loto, le parole mettetele voi)

sabato 31 ottobre 2009

Il Dialogo muto

In un tempio nelle regioni settentrionali del Giappone vivevano due confratelli monaci. Il più anziano era istruito, ma il più giovane era sciocco e aveva un occhio solo
Arrivò un monaco girovago e chiese alloggio, invitandoli, secondo la consuetudine, ad un dibattito sulla sublime dottrina del Buddha
Il fratello più anziano era stanco e chiese al più giovane di sostituirlo:“Vai tu e chiedigli il dialogo muto
Il monaco giovane e il forestiero andarono a sedersi nel tempio ma poco dopo il viaggiatore venne a cercare il fratello più anziano e gli disse:
“Il tuo giovane fratello è un tipo straordinario. Mi ha battuto!”
Un po’ meravigliato il fratello anziano chiese :“Riferiscimi il dialogo”.
“Bè”,
spiegò il viaggiatore, “per prima cosa io ho alzato un dito, che rappresentava Buddha, l’Illuminato. Ma lui ha alzato due dita, per dire Buddha e il suo insegnamento. Io ho alzato tre dita per rappresentare Buddha, il suo insegnamento e i suoi seguaci, che vivono la vita armoniosa.
Allora lui mi ha scosso il pugno chiuso davanti la faccia, per mostrarmi che tutti e tre derivano da una sola realizzazione. Sicché ha vinto lui e io non ho diritto di fermarmi. "

Detto questo il girovago se ne andò

In quel momento arrivò correndo il fratello più giovane che chiese “Dov’è quel tale ?”
“Ho saputo che hai vinto il dibattito”
disse il fratello più grande
Io non ho vinto un bel niente. Voglio solo picchiare quell’individuo”
“Raccontami la vostra discussione
“ disse il fratello più anziano
“Accidenti, non appena mi ha visto, lui ha alzato il dito, insultandomi con l’allusione che ho un occhio solo.
Dal momento che era un forestiero ho pensato che dovevo essere cortese con lui e ho alzato due dita, congratulandomi che avesse due occhi.
Poi quel miserabile villano ha alzato tre dita per dire che tra tutti e due avevamo soltanto tre occhi.
Allora ho perso la tramontana e sono balzato in piedi per dargli un pugno, ma lui è scappato via e così è finita”.

giovedì 29 ottobre 2009

Lezioni sul "nuovo approccio" di Katò Havas

Monica Cuneo tiene una serie di Incontri - lezioni per violinisti e violisti sul “Nuovo Approccio” di Katò Havas a Cause e rimedi delle lesioni fisice e della paura del pubblico
Gli incontri si svolgeranno a Milano in via Marchesi de Taddei n.10 (zona De Angeli MM1 De Angeli-Wagner/Bus 67/Filobus 90-91).

1° incontro: sabato 7 novembre 2009, dalle 14,00 alle 18,00
Introduzione al “Nuovo approccio” , gli aspetti fisici , mentali e sociali
per prevenire ed eliminare danni fisici e paura del pubblico derivanti dal suonare
2° incontro: domenica 8 novembre 2009, dalle 11,00 alle 16,00:
L’impulso ritmico, gli equilibri fondamentali; la “non” tenuta del violino/viola e dell’arco
3° incontro: sabato 14 novembre 2009, dalle 14,00 alle 18,00
La mano sinistra, la mano “che dona”
4° incontro: domenica 15 novembre 2009, dalle 11,00 alle 16,00
Il braccio destro, il “non” passaggio di corda ; La coordinazione finale
Gli incontri sono aperti a violinisti e violisti di ogni livello, stile ed età; saranno tenuti da Monica Cuneo, violista, specializzatasi con Kató Havas nella didattica del Nuovo approccio, traduttrice dei suoi libri. Per altre informazioni, vistare www.monicacuneo.com/seminario, tel.347 4251857
Porta il tuo strumento
E' consigliata la lettura di: La paura del pubblico, Un nuovo approccio al violino, Il corso di dodici lezioni e la visione dei video su www.youtube.com/KatoHavas ( tutti i filmati sono disponibili con i sottotitoli in italiano)

mercoledì 28 ottobre 2009

Zen ad uso degli studenti di violino

“Maestro se mi applico diligentemente, quanto tempo mi ci vorrà per imparare la somma arte del violino?”
- “Dieci anni forse”
“E se lavorerò particolarmente sodo? Allora quanto tempo mi ci vorrà?”
- “Probabilmente trent’anni”
“Sono disposto a sopportare qualunque avversità e a sostenere qualsiasi sacrificio. Voglio semplicemente imparare quest’arte nel più breve tempo possibile!”
- “In tal caso - rispose il maestro - probabilmente ci vorranno settant’anni”

martedì 27 ottobre 2009

Glassharmonica: suoni di vetro

Bellissimo questo pezzo di Mozart per Glassharmonica & quartet ( Rondo K617): alla glassharmonica c’è Thomas Bloch che ha ripreso questo strumento dimenticato, composto da coppe di vetro che vengono sfregate con le dita. .
Lo strumento nasce nella cultura popolare tirolese ma venne utilizzato anche da Mozart, Beethoven, Johann Adolph Hasse, David August von Apell , Carl Philipp Emmanuel Bach, Donizetti (la scena della pazzia della Lucia di Lammermoor e la cavatina di Elisabetta "Par che dica ancora" da Il castello di Kenilworth),



Sempre in tema di vetri sonori c'è Gianfranco Grisi un appassionato di enogastronomia e mandolinista del quartetto "Neuma" che ha brevettato il cristallarmonio, formato da bicchieri di cristallo variamente riempiti d'acqua
http://www.gianfrancogrisi.com/

sabato 24 ottobre 2009

Il violino di Marie Hall ( 1884 – 1956)

L’inglese Marie Hall è stata la prima grande violinista del XX secolo e la sua storia sembra uscita da un romanzo di Dickens . Nata in una famiglia povera ma amante della musica (il padre suonava l’arpa), a nove anni diede il suo primo concerto a Newcastle ma il padre rifiutò la proposta di un uomo di affari che voleva far studiare la ragazza. A causa delle precarie condizioni economiche Marie Hall dovette rinunciare anche ad altre opportunità riducendosi a suonare per strada con il padre, fino a quando, a 14 anni, l’incontro con un ricco compositore Philip Napier Miles cambiò in modo definitivo la sua vita. L’uomo offrì al padre un “aiuto” di una sterlina alla settimana e portò Marie Hall a Londra dove studiò per 3 anni e conobbe Kubelik, giovane allievo del grande Otokar Sevcik. Kubelik convinse Marie Hall a seguirlo a Praga dove divenne allieva prediletta di Sevcik e suonò davanti a Dvorak. Il suo primo concerto a Praga fu un trionfo, così come quello successivo nel 1903 alla St James hall di Londra. Il successo enorme e i guadagni delle esibizioni le permisero di acquistare lo Stradivari del 1709 che era stato il violino di Viotti (pagato 1600 sterline, l’equivalente di 145.000 euro) strumento che da allora prese il suo nome.
Per lei Ralph Vaughan William scrisse The Lake Ascending uno dei pezzi più belli di musica classica del xx secolo . Qui inserisco una rara registrazione di Marie Hall che suona il perpetuum mobile op 34 ( di Franz Ries) . Il suono è molto sporco ma traspare la eccezionale forza e bravura di questa violinista.


Francobolli a ritmo rock

Dopo il successone dei francobolli celebrativi dedicati ai Beatles nel 2007, la Royal Mail, (Poste britanniche) , metterà in commercio, a partire dal 7 gennaio 2010 un set di 10 nuovi francobolli che raffigurano copertine di album che hanno fatto la storia del rock.
La Royal Mail ha messo insieme le liste esistenti su “le migliori copertine di dischi di tutti i tempi" e la scelta è stata affidata ad un gruppo di esperti (grafici , disegnatori e direttori di giornali musicali)
Se il progetto funziona seguiranno altri francobolli ma già fa rumore il fatto che non sia satta inclusa nei primi 10 la bellssima copertina dell’album dei Beatles Sgt Pepper Lonely’s Heart Club Band
La prima “sfornata” include : The Division Bell dei Pink Floyd, Parklife dei Blur, London Calling dei Clash, Led Zeppelin IV, Power, Corruption & Lies dei New Order, Screamadelica dei Primal Scream, Let It Bleed dei Rolling Stones, A Rush Of Blood To The Head dei Coldplay, Tubular Bells di Mike Oldfield e The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars di David Bowie.
Qui il collegamento al sito del Sole 24 ore che presenta le dieci copertine
http://www.multimedia.ilsole24ore.com/fotogallery/a22b1cea-bdab-11de-b058-134702f6b78b/a22b1cea-bdab-11de-b058-134702f6b78b.shtml

venerdì 23 ottobre 2009

Violino zigano: La mano che dona

La posizione della “mano che dona" è tipica dei violinisti zigani e Katò Havas (cerca l’argomento "violinisti senza paura" nel blog!) ne dice sempre un gran bene, per un motivo fondamentale:
di solito noi principianti tendiamo a stringere le dita attorno alla tastiera e sulle corde alla ricerca della nota giusta,
ma, se è vero, come è vero, che “il suono è fatto di movimento e aria”, la presa rigida della punta del dito sulla corda chiude l’aria tra la corda e la tastiera, impedisce che il suono si sviluppi e finisce per tagliare gli “armonici” che lo rendono ricco.
La posizione della mano che dona invece, impedisce alle dita di premere con rigidità sulle corde e sposta il movimento fondamentale dalla punta delle dita alle articolazioni alla base della mano
Ne deriva una sensazione di scioltezza ma anche, stranamente, una maggiore capacità di intonazione ( o almeno questo è capitato a me) a cui si aggiunge un suono decisamente migliore. Ovviamente ognuno trova la sua "via" per suonare il violino e non ci sono ricette univoche.

giovedì 22 ottobre 2009

Che faccia da Bach

Un gruppo di ricercatori tedeschi ha ricostruito al computer le fattezze del volto di Johann Sebastian Bach .
Dopo una scansione laser del cranio – dice Caroline Wilkinson, del Centro di medicina legale e arte, di Berlino - utilizzando uno specifico software è stata ricreata la muscolatura e la pelle. La valutazione della struttura ossea, ha permesso di determinare, con una buona approssimazione, la morfologia del viso .
Il gruppo di studiosi ha anche utilizzato un ritratto di Bach, per conferire all'opera alcune caratteristiche, come l'incarnato e le palpebre gonfie.Il risultato del lavoro sarà esposto al museo Bachhau, nella città natale del compositore e nel Museo Norvegese di Bach Alà conosciuto in tutto il mondo per le celebri facce associate al nome della città
La notizia è tratta dal sito
Resta il dubbio: a cosa servirà mai questo sforzo scientifico?

mercoledì 21 ottobre 2009

Io, Don Giovanni


Ancora musica e personaggi legati alla musica classica al festival di Roma con “Io don Giovanni” di Carlosa Saura (nei cinema a partire dal 23 ottobre)
Le musiche di Mozart, ma anche di Vivaldi e soci, fanno da colonna sonora a questo film sulla vita di Lorenzo da Ponte, “ebreo diventato prete, massone e avventuriero, educato da Casanova , fuggito da Venezia e finito a Vienna, a collaborare con Mozart
Da Ponte è stato Librettista di alcuni capolavori di Wolfy, ; "Così fan tutte", "Le nozze di Figaro", e soprattutto il "Don Giovanni" in cui, vita reale e immaginazione, seduzione e palcoscenico si sono mescolati indissolubilmente.
Il “provino” che inserisco da Youtube non ha nè lo smalto, nè la forza di seduzione dell’anteprima di “Le concert” di Radu Mihaileanu (vedi post precedente). A naso non dovrebbe essere un “capolavoro” ma un bello spettacolo (ambientazione, costumi, scenografie ecc) da vedere rigorosamente sul grande schermo.