Auer con i suoi studenti non si concentrava su questioni tecniche ma li guidava nell’ interpretazione della musica. Se uno studente era alle prese con un problema tecnico, Auer non offriva alcuna soluzione né prendeva l’ arco per mostrare il modo di suonare un passaggio. L’allievo de la doveva sbrigare da solo o preferiva chiedere l’aiuto dei colleghi. Tuttavia, Auer era pignolo e richiedeva la massima precisione tecnica L'ammissione alla sua classe era un privilegio di chi aveva talento ma le sue lezioni erano una prova di resistenza e di duro lavoro.
Il maestro valutava la vitalità musicale e l’ entusiasmo. Odiava le interpretazione anemiche e non esitava a “ficcare l’arco nelle costole dello studente", chiedendogli più "krov." ( "sangue" fuoco o vivacità.)
Auer spingeva i suoi studenti fino ai loro limiti, ma era anche pieno di sollecitudine nei loro confronti aiutandoli ad ottenere borse di studio, mecenati, strumenti migliori, permessi di soggiorno per i suoi studenti ebrei
Auer scrisse tre libri Violin Playing as I Teach It del 1920), My Long Life in Music (1923) and Violin Master Works and Their Interpretation (1925)
Auer spingeva i suoi studenti fino ai loro limiti, ma era anche pieno di sollecitudine nei loro confronti aiutandoli ad ottenere borse di studio, mecenati, strumenti migliori, permessi di soggiorno per i suoi studenti ebrei
Auer scrisse tre libri Violin Playing as I Teach It del 1920), My Long Life in Music (1923) and Violin Master Works and Their Interpretation (1925)
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