lunedì 16 novembre 2009

Otakar Ševčík

Per i violinisti dilettanti, che dopo aver acquistato o ricevuto in dono il violino cercano di cimentarsi con o senza guida di un maestro, i problemi con l’arco , il tremolio, la rigidità , lo stridore al tallone ( e non) , si impongono subito. Tra gli esercizi consigliati e utilissimi ci sono sicuramente gli studi di Otakar Ševčík (1852- 1934) , grande violinista e didatta che ha suonato con Eugène Ysaÿe ed ha sfornato una schiera di eccezionali allievi (Jan Kubelik, Jaroslav Kocián, Juan Manén, Marie Hall, Erika Morini ).
Yehudi Menhuin non perdeva occasione per raccomandare la bontà degli studi di Ševčík, accompagnata dalla consapevolezza che ogni esercizio anche ripetitivo diventa una perla se si cerca la bellezza del suono, la eleganza del movimento, o se ne coltiva l’impulso ritmico. Come dice Menhuin: “Disinvoltura ed eleganza raffinate non appaiono improvvisamente come ricompensa per una tensione massacrante. Disinvoltura ed eleganza nascono da disinvoltura ed eleganza e queste “grazie” devono essere preservate contro tutte le avversità, per mezzo di una implacabile, paziente, incessante persistenza e fede”. Proprio per questo - scrive Menhuin - "a dispetto, o a causa del mio grande rispetto per gli esercizi di Ševčík, faccio tesoro del contributo di Katò Havas per l'essenziale controparte e contrappeso che esso rappresenta, senza il quale approccio in verità tutti gli esercizi sono destinati a rimanere una penitenza che abbrutisce"

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