venerdì 18 dicembre 2009

Michael Rabin: la dura vita del prodigio

Dura la vita anche per i bambini violinisti prodigio. Alcuni si salvano e diventano musicisti e uomini equilibrati , altri non ce la fanno. La storia del violino è probabilmente lastricata da devastanti ansie, costrizioni e infanzie negate sacrificate all’altare del successo. Tra i grandi violinisti rimasti prigionieri del proprio talento precoce c’è Michael Rabin (May 2, 1936 – January 19, 1972) violinista americano discendente da una famiglia di ebrei romeni. Rabin morì per overdose di droga nel 1972. Padre violinista della New York Philarmonic e madre pianista di successo, Michael Rabin a sei anni fu presentato ad Heifetz che consigliò di mandarlo a lezione da Ivan Galamian: “non ha punti deboli”disse di lui il maestro iraniano. E in effetti era un violinista straordinario sia tecnicamente che per la qualità del suono. Il suo debutto nel 1951, a 15 anni con la New York Philarmonic (concerto in D maggior di Paganini). A 18 anni alla Royal Albert Hall il concerto di Tchaikovsky . Violinista affermato, tenmne concerti in tutto il mondo . Durante un recital alla Carnegie Hall, improvvisamente cadde e questo segnò l’apparire di un disagio neurologico che avrebbe condizionato la sua carriera e la sua vita. Morì a 35 anni nel suo appartamento di New York per overdose.

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