mercoledì 23 dicembre 2009

Heifetz al rallentatore

Yasha Heifetz (Vilnius, 2 febbraio 1901 – Los Angeles, 10 dicembre 1987) è stato uno dei più brillanti violinisti del XX secolo. Su Youtube c'è questo filmato che mostra alcune riprese al rallentatrore: le mani di Heifetz si muovono sulla tastiera ad una velocità ridotta di 8 volte mentre suona alcuni passaggi della tarantella di Henri Wieniawski. Che direee.., si resta semplicemente a bocca aperta. Il rallentatore esalta la estrema fluidità e la precisione “disumana”. Nessuna nota sfugge ad una esecuzione nitida. In questo pezzo heifetz sembra avere la concentrazione di un Dio che vuol dare uguale dignità ad ogni nota che crea.

sabato 19 dicembre 2009

Hassid, fragile stella del mattino

Josef Hassid (1923 – 1950), violinista dal suono emozionante come pochi , morto a 26 anni in ospedale psichiatrico a seguito di una lobotomia. Il grande Kreisler disse di lui "Un violinista come Heifetz appare una volta ogni 100 anni, uno come Hassid ogni 200." Il pianista Gerarld Moore disse che " a eccezione di Menhuihn è il talento più straordinario io abbia mai ascoltato” Nato in Polonia, Hassid aveva studiato con Carl Flesch ed esordì a Londra con uno strepitoso successo nel 1946 a soli 16 anni., ma poco dopo cadde nel silenzio. Fu ricoverato in ospedale psichiatrico con la diagnosi di “schizofrenia”. “Joseph – dice Yves Gitlis suo amico di studi - aveva come dei cuscinetti di velluto sui polpastrelli delle dita. Il suo vibrato e il suono erano splendidi, ma forse era malato da sempre. Era impossibile essere “normali” e suonare come suonava lui”. La malattia precipitò dopo una delusione amorosa: Hassad si era innamorato perdutamente di una ragazza ma i suoi parenti avevano osteggiato in modo deciso la loro unione. Era un ragazzo introverso, sensibile e fragile e non sopportò la rottura" .
Oggi sono disponibili 9 brani registrati da Hassid tra cui una “melodia ebrea”, a parere unanime, eseguita in modo eccezionale.

venerdì 18 dicembre 2009

Michael Rabin: la dura vita del prodigio

Dura la vita anche per i bambini violinisti prodigio. Alcuni si salvano e diventano musicisti e uomini equilibrati , altri non ce la fanno. La storia del violino è probabilmente lastricata da devastanti ansie, costrizioni e infanzie negate sacrificate all’altare del successo. Tra i grandi violinisti rimasti prigionieri del proprio talento precoce c’è Michael Rabin (May 2, 1936 – January 19, 1972) violinista americano discendente da una famiglia di ebrei romeni. Rabin morì per overdose di droga nel 1972. Padre violinista della New York Philarmonic e madre pianista di successo, Michael Rabin a sei anni fu presentato ad Heifetz che consigliò di mandarlo a lezione da Ivan Galamian: “non ha punti deboli”disse di lui il maestro iraniano. E in effetti era un violinista straordinario sia tecnicamente che per la qualità del suono. Il suo debutto nel 1951, a 15 anni con la New York Philarmonic (concerto in D maggior di Paganini). A 18 anni alla Royal Albert Hall il concerto di Tchaikovsky . Violinista affermato, tenmne concerti in tutto il mondo . Durante un recital alla Carnegie Hall, improvvisamente cadde e questo segnò l’apparire di un disagio neurologico che avrebbe condizionato la sua carriera e la sua vita. Morì a 35 anni nel suo appartamento di New York per overdose.

mercoledì 16 dicembre 2009

Le dita sanguinanti di Jan Kubelík

Si può suonare il violino 10 o 12 ore al giorno fino a far sanguinare le dita?
Si può. Lo diceva Jan Kubelik (1880 – 1940) ricordando che da bambino suonava "until my fingers started to bleed". (fin a far sanguinare le dita). L’affermazione è probabile contenga una esagerazione ad effetto, comunque Kubelik fu il primo della grande “sfornata” di bambini prodigio a cavallo del secolo scorso. Giardiniere in un sobborgo di Praga, ma con la passione per il violino, il padre di Jan scoprì subito il talento del figlio , e all’età di cinque anni lo mandò a lezione con Karel Weber e Darel Ondříček . A otto anni in conservatorio con il mitico Otakar Ševčík . A 19 anni Kubelik teneva concerti ed esibizioni da solista ed esordì a Vienna, poi Londra e negli Usa dove nel 1902 fu premiato con la Society's Gold Medal l'anno successivo a Eugène Ysaÿe
Kubelik
suonava un Guarneri del Gesù e due Stradivari: nel 1910 acquistò lo Stradivari Emperor del 1715 . Le prime registrazioni di Kubelik per la Grammophone contribuirono all’enorme successo del violino come strumento .La sua stella di violinista brillò fino alla morte anche se offuscata dall’apparire dell’imperatore Jascha Heifez

martedì 15 dicembre 2009

Maestri e allievi

Gasan studiava con il maestro Zen Tekisu che era molto severo.
Qualche volta lo picchiava persino. Altri allievi non sopportavano questo genere di insegnamento e se ne andavano. Gasan rimaneva dicendo: “ Un discepolo di poco valore utilizza l’influenza dell’insegnante. Un discepolo mediocre ammira la bontà di un insegnante.
Un buon discepolo diventa forte sotto la disciplina di un insegnante”.

Szigeti: il violinista dotto

Mi ha sempre colpito il modo in cui Joseph Szigeti muove la mano sinistra sulla tastiera. La spinta, il movimento sembra nascere dalla base delle dita e dà l’impressione di grande leggerezza ed “aristocratica” eleganza. József Szigeti (1892 – 1973) conterraneo del conte Dracula è nato in Transilvania in Ungheria. Orfano di madre a tre anni, visse con i nonni in una piccola città dei Carpazi. La banda del paese era costituita quasi esclusivamente dagli zii e lui è cresciuto nella musica. Bambino prodigio andò a Budapest a prender lezione da Jenő Hubay (a sua volta allievo del grande Joachim)(nella foto a lato Hubay con il giovane Szigeti) . A 10 anni cominciò a tener concerti suonando i pezzi da “fenomeno” del repertorio virtuosistico, ma dopo aver conosciuto il pianista Ferruccio Busoni, cominciò a sviluppare un approccio più intellettuale alla musica che gli guadagnò il soprannome di “Il violinista dotto” Fu sostenitore della “nuova musica” e amico del compositore Béla Bartók (conosciuto durante il ricovero in sanatorio per una forma di tubercolosi) . Fu il “destinatario” di numerose composizioni della new music dal Concerto per violino di Ernest Bloch, alla Rhapsody No. 1 di Bartok, alla Sonata N,1 di Eugène Ysaÿe. Si ritirò dai concerti nel 1960 dedicandosi all’insegnamento e alla scrittura

domenica 13 dicembre 2009

Fine delle trasmissioni da Saturno

La sigla che ha chiuso le trasmissioni della TV dal 1954 al 1980 fa parte della composizione di Roberto Lupi (Milano 1908 – Dornach 1971) nota come Armonie del pianeta Saturno. Dicono che quella sigla nei bambini generasse un senso di inquietudine e forse è vero, ma era una inquietudine metafisica che apriva tante domande e una strana porta sull’infinito. O, almeno, sul nulla televisivo della notte, che invece oggi è stato abolito, riempiendo a ogni ora lo schermo.
« La musica è un lembo di cielo strappato al cosmo affinché l'uomo stesso possa scorgere in sé i più grandi misteri della Vita e dell'Universo
Roberto Lupi


La rivoluzione di Josè Antonio Abreu

Che piacere guardare e ascoltare l’ orchestra giovanile Simon Bolivar diretta da Gustavo Dudamel. Quanta energia ed entusiasmo riesce a centrifugare. Fondata nel 1975 da Josè Antonio Abreu è la immagine di un "Sistema" che in 32 anni, in Venezuela, ha dato vita a 150 orchestre giovanili e 140 infantili. 250.000 tra bambini e ragazzi hanno imparato a suonare uno strumento musicale e fanno parte di un'orchestra. Con una spesa annuale simile a quella necessaria per mantenere in vita un solo grande teatro italiano si sono ottenuti risultati straordinari. Non solo dal punto di vista musicale. Il progetto Abreu ha strappato tanti giovani alle “bande criminali” per portarli nelle “bande musicali”, li ha riscattati da situazioni di miseria materiale e spirituale”. Abreu è un eroe, capace di trasformare un sogno in realtà.
"Se dai un pesce ad un uomo, si nutrirà una volta.
Se gli insegni a pescare, mangerà tutta la vita.
Se i tuoi progetti valgono un anno, semina il grano.
Se valgono cent'anni, istruisci le persone".


Gervasio e il Tarlo di Carosello

La musica di Carosello? E chi se la dimentica? L’autore è Raffaele Gervasio , (nato a Bari 1910 - 1994), che ha riadattato una vecchia melodia popolare napoletana, “i pagliacci”, di autore sconosciuto. (la tradizione napoletana è davvero una miniera a cui hanno attinto tutti da Bach ai Beatles) . Gervasio (nella foto a lato a lezione di violino) ha studiato al liceo musicale Niccolò Piccinni di Bari e tra i suoi insegnanti c’era la giovanissima e celebre violinista Gioconda De Vito.
Gervasio nel 1950 avreva scritto le musiche per Carosello Napooletano, un grande spettacolo teatrale rappresentato in tutto il mondo (trasformato in un film nel 1954)
Il titolo Carosello televisivo prese spunto proprio dal Carosello Napoletano.
Carosello nacque il 3 febbraio 1957 e quella musica è rimasta un piacevole tarlo per tutti i bambini che andavano a letto alle 21,15 circa (altri tempi!!!) dopo aver visto la trasmissione. L’ultimo Carosello andò in onda il 1° gennaio 1976 salutato da una commossa Raffaella Carrà.

domenica 6 dicembre 2009

Il pisolino pomeridiano

Dopo pranzo Soyen Shaku, il maestro Zen, faceva sempre un pisolino. Alcuni bambini del tempio gli domandarono perché, e lui rispose “ Vado nel mondo dei sogni a trovare i vecchi saggi, come faceva Confucio”. “Quando Confucio dormiva , sognava gli antichi saggi e dopo parlava di loro ai suoi seguaci”.
Nei giorni seguenti ci fu una ondata di caldo terribile e anche alcuni bambini si appisolarono.
Il maestro li rimproverò: “Siamo andati nel mondo dei sogni a trovare gli antichi saggi proprio come faceva Confucio – risposero al maestro adirato.
"A si? E che cosa vi hanno detto quei saggi? – chiese Soyen Saku
Uno dei piccoli discepoli rispose: “Abbiamo domandato loro se il nostro maestro andava là tutti i pomeriggi, ma ci hanno detto di non averlo mai visto”.

Leopold Auer e l'archetto nelle costole

Leopold Auer 1845 – 1930 ungherese, è stato uno dei più grandi pedagoghi del violino e insegnante tra i più ricercati per gli alunni di talento. Tra i suoi allievi c’è un numero impressionante di superviolinisti : Mischa Elman, Jascha Heifetz, Nathan Milstein, Efrem Zimbalist, Georges Boulanger, Benno Rabinof, Kathleen Parlow, Oscar Shumsky. Anche Shinichi Suzuki (l’ideatore del metodo dell’educazione al talento) , fu suo allievo , così come il grande maestro Sasha Lasserson e la giovane Clara Rockmore che più tardi divenne una delle più abili suonatrici del theremin.
Auer con i suoi studenti non si concentrava su questioni tecniche ma li guidava nell’ interpretazione della musica. Se uno studente era alle prese con un problema tecnico, Auer non offriva alcuna soluzione né prendeva l’ arco per mostrare il modo di suonare un passaggio. L’allievo de la doveva sbrigare da solo o preferiva chiedere l’aiuto dei colleghi. Tuttavia, Auer era pignolo e richiedeva la massima precisione tecnica L'ammissione alla sua classe era un privilegio di chi aveva talento ma le sue lezioni erano una prova di resistenza e di duro lavoro.
Il maestro valutava la vitalità musicale e l’ entusiasmo. Odiava le interpretazione anemiche e non esitava a “ficcare l’arco nelle costole dello studente", chiedendogli più "krov." ( "sangue" fuoco o vivacità.)
Auer spingeva i suoi studenti fino ai loro limiti, ma era anche pieno di sollecitudine nei loro confronti aiutandoli ad ottenere borse di studio, mecenati, strumenti migliori, permessi di soggiorno per i suoi studenti ebrei
Auer scrisse tre libri Violin Playing as I Teach It del 1920), My Long Life in Music (1923) and Violin Master Works and Their Interpretation (1925)

Sun Tzu e l’arte della guerra

Al generale cinese Sun Tzu (544 a.C. – 496 a.C.) viene attributo L’arte della guerra uno dei più importanti trattati di strategia militare dell'antichità: si dice che il libro fosse molto apprezzato da Mao Zedong e l'esercito degli Stati Uniti lo ha incluso fra le opere indispensabili per la formazione continua del personale. Il libro del generale Sun Tzu è diventato, inoltre, una della letture preferite di manager e amministratori pubblici (la copia che sto leggendo me l'ha prestato il sindaco del mio paese ) e non farebbe male anche ai direttori d’orchestra e a noi "pacifisti con giudizio"
Da Sun Tzu:
- Il più grande condottiero è colui che vince senza combattere
- In ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro,e quelle imprevedibili alla vittoria
- Quando muovi sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna
-I Soldati vanno trattati innanzitutto con umanità, ma controllati con ferrea disciplina. Questa è la strada per la vittoria
- Non ci sono che cinque note in musica, eppure la loro combinazione dà forma a un numero di melodie maggiore di quelle che possono essere udite.
-In battaglia non ci sono più di due modi d'attacco: il diretto e l'indiretto; eppure questi due, in combinazione, danno luogo ad una serie infinita di manovre

venerdì 4 dicembre 2009

Theremin: Il violino a valvole

Il Theremin ( eterofono,) , è il più antico strumento musicale elettronico che si conosca, ed ha il suono di un etereo violino. Inventato dal fisico russo Leon Theremin nel 1919, il theremin è composto da due antenne, una superiore e l’altra laterale poste a lato di un contenitore in cui c’è la parte l'elettronica. Le note si ottengono allontanando e avvicinando le mani alle antenne. L’antenna superiore controlla l'altezza del suono, quella laterale , posta orizzontalmente, permette di regolarne l'ampiezza. Il suono può variare tra quello di un violino e quello della voce umana. Si suona senza toccare lo strumento, muovendo magicamente le mani nell’aria.
Leo Theremin mentre compiva alcuni esperimenti per l'esercito russo, con amplificatori a valvole, si accorse che a volte si produceva un fischio che cambiava frequenza variando la distanza delle mani dalle valvole. Sviluppò l'idea fino a giungere alla costruzione dello strumento musicale che battezzò eterofono.
Theremin era anche un violoncellista e lo stesso Lenin gli propose di diffondere lo strumento in Europa. Venne organizzato un tour nelle maggiori capitali europee: Berlino, Londra e Parigi. Proprio a Parigi la curiosità fu tale da causare disordini fra le migliaia di persone che non erano riuscite ad avere un posto in teatro.
Nel 1928 Theremin sbarcò a New York dove lo strumento venne presentato a un ristretto gruppo di musicisti e magnati dell'industria (vi erano anche Arturo Toscanini e Henry Ford). In seguito fu fondata un'azienda per lo sviluppo e la costruzione dell'eterofono che per l'occasione fu ribattezzato theremin.
La più grande virtuosa dello strumento fu Clara Rockmore, una violinista russa allieva di Leopold Auer, che, non potendo proseguire per motivi di salute la sua attività, si dedicò al nuovo strumento. Il theremin è stato usato dal chitarrista dei Led Zeppelin, Jimmy Page, in molti live e nell'intermezzo di Whole Lotta Love (1969). Il gruppo statunitense Beach Boys impiegò estensivamente il theremin nella produzione dell'album Pet Sound, nel singolo Good Vibration e nell'album Wild Honey.



E c'è anche questo spiazzante video segnalato da Marida con "l'orchestra giapponese di Theremin" (sarà l'unica) : il Matryomin ensemble "Mable. Il matryonim è un Theremin a forma di matriosca inventato da Masami Takeuchi nel 1999 e messo in produzione nel 2003 dalla Mandarin Electron company. Pare ne abbia venduti più di 1600... in Giappone naturalmente http://www.mandarinelectron.com/theremin/english/matryomin/index.html


mercoledì 2 dicembre 2009

Il suono della felicità

Bankei era un grande maestro Zen. Dopo la sua morte un cieco che viveva accanto al tempio disse ad un amico: “ Da quando sono cieco, non posso osservare la faccia delle persone, e allora devo giudicare il loro carattere dal suono della voce. Il più delle volte, quando sento qualcuno che si congratula con un altro per la sua felicità o il suo successo, afferro anche una segreta sfumatura di invidia. Quando uno esprime il suo rammarico per la disgrazia di un altro, sento il piacere e la soddisfazione, come se quello che si rammarica sia in realtà contento che nel suo proprio mondo ci sia ancora qualcosa da guadagnare.
La voce di Bankei, però, sin dalla prima volta che l’ho sentita, è sempre stata sincera. Quando lui esprimeva felicità non ho mai sentito null’altro che la felicità, e quando esprimeva dolore, il dolore era l’unico sentimento che io sentissi”

Ivan Galamian

Ivan Alexander Galamian è stato insegnante di un bel numero di violinisti anche “ospiti” del nostro Blog; da Perlman a Zukerman alla signora Kyung – Wha Chung, ma a quanto pare il suo metodo non è molto praticato nei Conservatori di Musica. Galamian è nato a Tabriz in Iran nel 1903 ma l’anno successivo la famiglia si trasferì a Mosca. A 16 anni (1919) si diploma in violino nella Scuola della Società Filarmonica di Mosca, e si reca a Parigi dove studia privatamente con Lucien Capet (suggeritore della tecnica del "roulè", o arco rullato). Nel 1937 si trasferisce negli Stati Uniti.. Nel 1944 fonda i corsi estivi di violino a Meadowmounth, Westpourt (N.Y) . La sua frase preferita era una citazione di Seneca ("imperare sibi maximum est imperium" "governare se stessi è il massimo dei dominii), che aveva inciso su di una piccola targa appesa nella cucina della scuola estiva di Meadowmounth. Dal 1946 fino alla sua scomparsa (New York 1981) è stato insegnante alla celebre Julliard School di New York.. Nel 1981 esce per la Ricordi la versione italiana del suo Principi di tecnica e d'insegnamento del Violino/Principles of Violin Playing & Teaching, che parla della sua scuola e del suo metodo.

Su Youtube ci sono diversi filmati della violinista Elizabeth Willis che spiega alcuni aspetti della tecnica di Galamian (ci fidiamo?). Nel filmato parla della mano sinistra e invita a seguire la tecnica di Galamian tenendo le dita molto più arrotondate sulle corde come se poggiassero su di una palla: " ciò rende più facile raggiungere le posizioni più alte e i cambi di posizione in genere".

Perlman-Zukerman, gioco per due violini

La parte migliore di un concerto? A volte è proprio quello che non si vede e non si sente: le prove. Stamattina alla buonora ha bussato questo video di qualche annetto fa…con Itzhak Perlman (Jaffa, 31 agosto 1945) e Pinchas Zukerman (Tel Aviv, 16 luglio 1948) e mi ha trasmesso una insolita allegria (si potrebbe dire gioia, ma è parola difficile da usare). Due scintillanti musicisti (tra parentesi entrambi allievi di Ivan Galamian) filmati mentre preparano il Capricio in La minore per due violini di Wieniawski.; non stanno solo provando per tenere un concerto, stanno “giocando” , divertendosi, suonando, in uno scambio di energie e sentimenti
La musica senza questo fattore umanamente X diventa un “lavoro” abbrutente;
il video è uno spettacolo contagioso, da condividere anche senza capire molte parole del commento in inglese.
Per la cronaca: Itzhak Perlman suona lo Stradivari Soil del 1714, già appartenuto a Yehudi Menuhin.. Pinchas Zukerman suona il Dushkin, un Guarneri del Gesù del 1742.
Purtroppo l'incorporamento è disattivato e non si può avere la finestra , quindi cliccate sull'indirizzo :
http://www.youtube.com/watch?v=SR_oJXyokww
Però, si divertono anche sul palco: "Per me - dice Perlman - (quello con Zukerman) è stato il più bel Tour di concerti che io abbia mai fatto".

Tartini: suono o son desto

“Una notte del 1713 sognai di aver fatto un patto con il diavolo. Il mio nuovo servitore anticipava tutti i miei desideri, dandomi anche più di quello che io volevo. Alla fine gli passai il mio violino e grande fu il mio stupore quando sentii una sonata così unica e bella, eseguita con tale superiorità ed intelligenza che non avevo mai udito nulla di simile. Non solo: non avevo mai neppure semplicemente immaginato che potesse esistere una musica così incantevole. Provai un senso di piacere, - di rapimento, di sorpresa – talmente intenso che mi sentii mancare il respiro: la forza di questa sensazione fece si che mi risvegliassi all’improvviso. Afferrai immediatamente il mio violino cercando di riprodurre quei suoni che avevo appena udito, ma invano. Il pezzo che composi – e che chiamai “Il Trillo del Diavolo” – è di fatti il migliore che io abbia mai scritto, ma non è neppure lontanamente paragonabile a ciò che avevo ascoltato in sogno: sul momento, se solo avessi potuto contare su altri mezzi con cui vivere, avrei rotto il mio violino per la disperazione e avrei abbandonato la musica per sempre”
Giuseppe Tartini (Pirano, 12 aprile 1692 – Padova, 26 febbraio 1770)
Probabilmente gran parte della fama di Tartini è dovuta proprio a questa immagine, anche se ci sono ragioni ben più valide per ricordarlo. A pensarci bene, usare il Diavolo come testimonial rende il suo racconto uno spot formidabile.

Lo Stradivari di Tartini

Tra le consolazioni ,nel racconto da apnea notturna della nascita de Il Trillo del Diavolo, c'è quella che, dovendo pur vivere con il suo violino, Tartini si è guardato bene dal romperlo. Sarebbe stato un bel guaio per i posteri perchè possedeva uno Stradivari del 1715, forse acquistato direttamente nella bottega del maestro cremonese. Il suo era uno dei grandi violini costruiti da Stradivari e oggi più conosciuto come il Lipinski perchè in seguito è appartenuto al violinista polacco Karol Lipinski che gareggiò con Paganini

Ricreazioni violinistiche

Forse farà piacere alla nostra amica Gioconda l’uscita delle Ricreazioni Violinistiche di Alberto Curci (Edizioni Curci) riunite in un solo volume ( corredato da cd) . Dieci piccoli pezzi melodici per violino e pianoforte, progressivi e di facile lettura, ad uso dello studente fin dai primi mesi di studio per un passaggio graduale dalle corde vuote all’uso delle tre dita. Brevi composizioni, piacevoli da suonare e divertenti
Nel cd allegato, i brani sono eseguiti da Gabriele Pieranunzi al violino e Maurizio Baglini al pianoforte. Il cd contiene anche la registrazione della sola parte pianistica per suonare a casa con l’accompagnamento di un grande interprete. Il costo di volume e CD è di 18 euro e contiene 10 brani divisi nelle varie sezioni: Solo corde vuote, Corde vuote e dito, Corde vuote 1° e 2° dito, Corde vuote 1°, 2° e 3° dito