
Nel suo libro sul Vibrato,
Oddone propone una serie di esercizi, alcuni preparatori, altri mirati a risolvere singole difficoltà, e un
esercizio fondamentale “che da solo ,se fatto correttamente, permette di sviluppare un buon vibrato” (ci fidiamo). Lo descrivo in modo sintetico e imperfetto (rimandando alla lettura del libro): lasciamo da parte l'archetto e teniamo il violino poggiando il riccio alla parete (mettere una pezza per evitare danni) . Si mette il primo dito sul
La, in prima o seconda posizione. Si da il via a
una serie di cambi di posizione ampi (di due o tre posizioni) in modo
lento, continuo e fluido. L’
avambraccio è la
guida del movimento e, polso, mano e dita seguono il movimento in blocco. Il pollice si muove naturalmente assieme alle altre parti. Progressivamente
i cambi di posizione diventano sempre più veloci e stretti, fino a quando il dito tenderà a
fermarsi spontaneamente sulla tastiera. Il movimento dell’
avambraccio però
continua e ciò produce nel dito un
“ rotolamento della punta su se stessa” che da origine al
vibrato.
Successivamente l’esercizio viene ripetuto tenendo il pollice fermo nei cambi di posizione.
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