A quanto pare le note sulla tastiera del violino hanno un psicologia simile a quella degli umani e quando si trovano in piacevole compagnia modificano facilmente il loro carattere, diventando più affettuose. Ad esempio il Fa ♯ della figura n.1 accanto alla sua tonica Sol sente accelerare i battiti cardiaci e chiede di essere suonato più alto di alcune vibrazioni rispetto al solito . Nella figura 2, in cui, accanto al Fa♯ c’è solo un La un po’ distaccato e freddo, il nostro Fa diesis resta sulle sue e si fa suonare al consueto numero di vibrazioni.
Stessa attrazione fatale tra il Solb e il Fa naturale. Alla vista del Fa, il Sol b non vede l’ora di gettarsi nelle sue braccia e chiede di esser suonato appena più basso rispetto al normale, poggiando il dito appena più vicino al Fa.
Il buon violinista quindi dovrebbe essere un po’ psicologo e capire l'emotività delle note, cosa non facile perché come dice Carl Flesch:
“Si possono distinguere due grandi famiglie di violinisti che suonano “intonato” : alcuni, e son pochi, che percepiscono quasi i quarti di suono , e la maggior parte i cui bisogni uditivi son già soddisfatti se suonano con l’accordo temperato del pianoforte e perciò prendono nello stesso modo il Fa♯ e il Sol b mentre tra i due toni c’è una differenza rilevante”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento