sabato 3 ottobre 2009

Il violino infuocato di Roby Lakatos

Visto che con Katò Havas siamo in tema di musicisti tzigani è obbligatorio citare Roby Lakatos 44 anni soprannominato l "archetto del diavolo". Nipote di settima generazione del violinista zigano Janos Bihari (una leggenda di cui – Franz Liszt disse: "Il canto del suo magico violino scorre alle nostre orecchie come lacrime ").

Capelli lunghi crespi e baffi all´insù, faccia paffuta, giacche sgargianti, Lakatos ha quell’ atteggiamento un po’ spaccone, un po’ fenomeno da baraccone degli zigani ma possiede una padronanza dello strumento da fare invidia.
Sopratutto non è appiattito sulla tradizione gitana che alla fine può risultare pallosa e mescola la tradizione dell´Ungheria zigana alla musica classica, al jazz di Chick Corea, tango e flamenco.
Ha iniziato a suonare a nove anni a Budapest con il papà, anche lui violinista come il nonno . A venti anni si è trasferito a Bruxelles dove tanti grandi violinisti han voluto ascoltare le sue esibizioni da Zubin Mehta a Yehudi Menuhin, da Stéphane Grappelli a Itzhak Perlman,
Lakatos ha collaborato con Vadim Repin, Grappelli, Maxim Vengerov.

2 commenti:

  1. Io l'ho sentito dl vivo. Ero andato al concerto, (lo ammetto sinceramente) un po' prevenuto, ma dopo le prime note mi sono ricreduto. Bellissima tecnica dell'arco, ma anche signorile "diminutore" dei brani che suonava. Un vero artista!!!!

    ps. le diminuzioni erano le variazioni (riempendo gli intervalli di notine) che fino a tutta l'epoca barocca venivano fatte soprattutto nei ritornelli delle sonate. La tradizione poi è passata ai jazzisti.

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  2. Beato te che l'hai visto in concerto a me, già in video mi fa sentire effervescente. Quanto alle diminuzioni, altro che diminuzioni!!! IO le definirei maggiorazioni del piacere per noi ascoltatori ; sono quelle cose che rendono un pezzo "arrapante" e vibrante. Peccato che molte esecuzioni nella musica classica siano invece ingessate e troppo ortodosse

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