giovedì 8 ottobre 2009

Einstein, Suzuki e l’educazione del talento


Tra i numi tutelari di violinisti vùvùvù puntocom da oggi ci sono anche quel gran capoccione di Albert Einstein e il sorridente Shinichi Suzuki. A quanto pare per Einstein tutto era “relativo”… tranne il violino e, ogni giorno riusciva a trovare qualche minuto per suonare. Probabilmente qualche attenzione in meno dedicava alla prima moglie da cui divorziò. Ma il buon Albert è stato anche una delle inattese fonti di ispirazione per Shinichi Suzuki uno dei giganti della didattica musicale del secolo scorso. Nato nel 1898, “emigrato” in Germania nel 1920 per studiare il violino, Suzuki, figlio del proprietario della più grande fabbrica giapponese di violini, entrò per caso nella cerchia degli amici di Albert Einstein che si riunivano per far musica e passare amabili serate.
“Einstein – racconta Suzuki - non si spostava mai senza il violino e interpretava meravigliosamente brani come la Ciaccona di Bach. Ammiravo l’agilità delle dita e la sonorità elegante, il suo modo di suonare naturale e disteso”
La conoscenza e la frequentazione di Einstein e dei suoi amici –dice Suzuki nel libro “Crescere con la musica” - furono fondamentali per sviluppare la teoria dell’educazione del talento.
“Una - sera racconta Suzuki – mi chiesero di suonare il concerto di Max Bruch e una signora disse che gli sembrava strano che un giapponese, cresciuto in una cultura tanto diversa, fosse riuscito a mettere in luce il carattere tedesco della musica di Bruch” “ Signora mia – rispose Einstein -“gli uomini sono tutti uguali”.
La frase fu come una scossa per Suzuki che ne fece tesoro nella elaborazione del suo metodo: “qualsiasi bambino può dimostrare un talento straordinario purché si usino dei metodi corretti nella sua educazione”

INTERVISTA A SUZUKI




http://www.istitutosuzukiitalia.org/index.php?option=com_content&task=view&id=12

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