sabato 30 gennaio 2010

Una persona che vede

Un mattino il signor Tanaka si rivolse a Shinichi Suzuki chiedendo di insegnare i violino al suo figlio cieco Teiichi. “Presi una settimana di riflessione – scrive Suzuki nel suo Crescere con la Musica”- “Poi nel silenzio del mio studio pensai che la prima cosa da fare era mettermi nella stessa situazione di chi non vede. Mi alzai, spensi la luce e tornai a sedermi nell’oscurità più completa. Cercai la strada per arrivare al mio violino, lo presi, con l’arco, e cominciai a suonare. Era completamente buio ma potevo vedere il mio violino “tutto”. In quel momento capii che a volte non abbiamo bisogno di usare gli occhi. Grazie all’intuito riceviamo la forza spirituale di suonare.
Attraverso esercizi ripetuti acquistiamo un eccezionale vigore. La nostra attività vitale genera – indipendentemente dalla nostra volontà- un grande potere chiamato kan che ci rende capaci di superare le difficoltà. Ecco perché ero capace di suonare in un mondo buio.
...Lezione n.4:..”allora venne il momento di assegnare a Teiichi un nuovo compito: alzare il pollice della mano sinistra e toccare la punta dell’arco. “Se riesce a fare questo – pensai - è davvero diventato una persona che vede”.

mercoledì 27 gennaio 2010

Sguardo di bimbo

Il padre di Maxim Vengerov era oboista nell’orchestra della sua città. “Da piccolo – racconta Vengerov – andai a teatro per vedere mio padre, ma a malapena riuscii a individuarlo, confuso com’era tra gli orchestrali. Il violinista invece era lì ben visibile, in piedi davanti a tutti e pensai “ecco quello che voglio fare”.

martedì 26 gennaio 2010

La rivoluzione russa e la presa dell'apriscatole

Gran parte dei violinisti, oggi tiene l’archetto alla “maniera russa”, detta anche dell’apriscatole. (provare ad aprire un barattolo ruotando l’apposito aggeggio )
Pare che tra gli insegnanti, il primo a diffondere la rivoluzione russa dell’archetto sia stato Leopold Auer ( 1845 – 1930 cerca nel Blog) maestro, a Pietroburgo, di prodigi come Jascha Heifetz (nella foto a destra) , Mischa Elman , Nathan Milstein, Efrem Zimbalist ecc.. Si tramanda però che già il polacco Henrik Wieniawski (1835 – 1880, quello della celebre tarantella) tenesse la bacchetta in questo modo. La presa russa prima di affermarsi ha battagliato con gli ormai sparuti sostenitori dell’antica maniera “tedesca” e i molto più numerosi sostenitori del moderno modo “belga” di tenere l’arco. Un celebre didatta come Carl Flesch scriveva nel 1924 : “La maniera russa è la più vantaggiosa sebbene io non nasconda che per il momento la mia opinione non è generalmente riconosciuta. Prevedo però che fra cinquant’anni sarà insegnata esclusivamente la maniera russa di tenere l’arco in base alle qualità di risparmio di forze e produzione di suono”

1-pillole: la presa "russa"

Nel modo russo di tenere l'archetto , l’indice preme col principio della sua terza falange lateralmente sulla bacchetta e l’aggancia con la prima e seconda falange.
Lo spazio tra indice e medio è piccolissimo.
L’indice assume la condotta dell’arco mentre il mignolo tocca la bacchetta solo quando si suona alla metà inferiore. I crini sono debolmente tesi e la bacchetta è perpendicolare ai crini.
Il pollice è appoggiato per metà sull’angolo del tallone e per metà sulla bacchetta.

domenica 24 gennaio 2010

Perle di Nathan Milstein

“La sua famiglia è di origine ebraica. Perché gli ebrei sono musicisti così bravi?
“Veramente ne conosco molti che non lo sono affatto!
Lei è stato un bambino prodigio?
-“Non potevo essere un prodigio perché non ero bravo, ne sono sicuro. Un prodigio suona bene, sono sicuro che non suonavo bene”
-"A volte penso che un uomo maturo che sale in scena e strimpella il violino ci fa un po' la figura dello sciocco. Lo penso davvero" .
-"Non so cosa significhi la parola difficile. O sai suonare o non sai suonare"
Nathan Mironovich Milstein (Odessa, 31 dicembre 1904 – Londra, 21 dicembre 1992) .

giovedì 21 gennaio 2010

Banda larga

Se conoscete l’assessore alla cultura del vostro paese, e non ha già sfruttato questa possibilità, potete segnalargli l’ accordo tra Anci (associazione nazionale comuni italiani ) e il Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio che prevede finanziamenti ai comuni con popolazione fino a 50 mila abitanti per la formazione di orchestre e bande musicali giovanili. Il progetto prevede anche la possibilità di costituire bande ed orchestre sovra comunali attraverso consorzi tra comuni. E' prevista la organizzazione di corsi e incontri di approfondimento sulla tecnica strumentale destinati a giovani dai 18 ai 30 anni, anche stranieri, residenti nei comuni interessati, con esame finale per selezionare i membri della Banda/Orchestra. A Putignano (Ba), paese in cui abito, si sta sviluppando, con i comuni vicini di Turi ed Alberobello, il progetto relativo ad una Banda sovracomunale e un Coro che riprenda e sviluppi la tradizione della “bassa musica” (foto a fianco) arricchita dall'introduzione di altre sonorità mediterranee . In altri luoghi con altre tradizioni si può dar vita anche ad Orchestre d' Archi”.

mercoledì 20 gennaio 2010

Bimbi col violino

Tra i bimbi prodigio fortunati , ( dotati di genitori attenti alla loro salute psicologica), sembra esserci Leila Bronia Josefowicz , violinista, oggi 32enne (foto a lato). Nel filmato (a piede di articolo) ha 9 anni e suona una “tenerissima” versione della Tarantella di Weniawski. Padre fisico e mamma biologa, Leila ha iniziato a studiare il violino all’età di tre anni e mezzo, quando il padre Jack iscrisse entrambi alla scuola Suzuki di New York. A 5 anni disse al padre “Dovresti smettere. Il violino non fa per te”.
A dieci anni , si è esibita con la Symphony Orchestra in Europa, Asia e in USA ma nonostante gli impegni musicali i genitori hanno voluto risolutamente per lei una educazione “normale” facendole frequentare la scuola pubblica.
Di certo tra i colpi di genio del mitico Shinichi Suzuki (17 Ottobre, 1898 – 26 gennaio, 1998), c’è proprio quello di impartire lezione di violino anche ai genitori. In questo modo gli affetti, l’imitazione , la gratificazione familiare diventano un potente mezzo per “condizionare” il bambino e far crescere la sua passione per la musica. Insomma un Cavallo di Troia psicomusicale.
(Per la cronaca Leila suona un Guarneri Del Gesù del 1724 affidatole da un collezionista di Boston dopo averla ascoltata nell’interpretazione del concerto di Sibelius).

lunedì 18 gennaio 2010

La mosca dell'obbedienza

Nei bagni dell’aeroporto di Amsterdam, all’interno degli “orinatoi a muro”, nel punto esatto in cui il getto di pipì non crea schizzi che cadano sul pavimento, c’è disegnata una mosca.
Tutti i maschi nell’atto di orinare tentano di affogare la mosca e i cessi sono molto più puliti.
E’ curioso vedere file di persone in piedi davanti agli orinatoi tutti intenti a centrare la mosca,e molti dopo aver espletato il bisogno si abbassano a controllare se la mosca è vera o finta. Il "condizionamento" in questo caso è usato a "fin di bene" e il metodo, nelle sue varianti, è applicabile in ogni campo, anche nell'insegnamento della musica. Ciò che inquieta è pensare chissà quante cose siamo indotti a fare ogni giorno dai vari , e spesso originalissimi , tipi di "mosche" che troviamo nei posti più disparati: dai supermercati al nostro cervello.

domenica 17 gennaio 2010

Scienze esatte: Psicologia delle note

A quanto pare le note sulla tastiera del violino hanno un psicologia simile a quella degli umani e quando si trovano in piacevole compagnia modificano facilmente il loro carattere, diventando più affettuose. Ad esempio il Fa ♯ della figura n.1 accanto alla sua tonica Sol sente accelerare i battiti cardiaci e chiede di essere suonato più alto di alcune vibrazioni rispetto al solito . Nella figura 2, in cui, accanto al Fa♯ c’è solo un La un po’ distaccato e freddo, il nostro Fa diesis resta sulle sue e si fa suonare al consueto numero di vibrazioni.
Stessa attrazione fatale tra il Solb e il Fa naturale. Alla vista del Fa, il Sol b non vede l’ora di gettarsi nelle sue braccia e chiede di esser suonato appena più basso rispetto al normale, poggiando il dito appena più vicino al Fa.
Il buon violinista quindi dovrebbe essere un po’ psicologo e capire l'emotività delle note, cosa non facile perché come dice Carl Flesch:
“Si possono distinguere due grandi famiglie di violinisti che suonano “intonato” : alcuni, e son pochi, che percepiscono quasi i quarti di suono , e la maggior parte i cui bisogni uditivi son già soddisfatti se suonano con l’accordo temperato del pianoforte e perciò prendono nello stesso modo il Fa♯ e il Sol b mentre tra i due toni c’è una differenza rilevante”.

Donne in deliquio

A proposito della neonota e "rigorosissima disciplina" di Psicologia delle Note (L'ormai celebre Psiconotistica) c’è da ricordare un aneddoto su Alessandro Rolla (Pavia, 22 aprile 1757 - Milano, 15 settembre 1841) , musicista pavese considerato tra più grandi violisti di tutti i tempi, per 30 anni capo d’Orchestra al Teatro alla Scala di Milano. La sua eccezionale bravura gli procurò qualche inconveniente. Come riporta l’Abate Giuseppe Bertini bel suo Dizionario di Musica e dei Musicisti (Palermo 1814) Ad Alessandro Rolla fu vietato di suonare in pubblico «perché le donne non possono sentirlo su quell'istrumento senza cadere in deliquio e crisi di nervi. ».

venerdì 15 gennaio 2010

Violinisti di cartapesta

Il violinista di cartapesta è un po' imballato come noi eterni principianti , ma nonostante tutto muove gli occhi, il busto, e tira dritto l’archetto. Il carro allegorico è del carnevale di Putignano (Ba), edizione 2004. Il violino è realizzato con un telaio in ferro, con cartone modellato e cartapesta verniciata seguendo laformula Stradivari” di cui tutti cercavano da secoli i segreti e finalmente svelata: "una bella passata di ducotone, a spruzzo!!!!!" Sfilate del Carnevale di Putignano 2010: 31 gennaio, 7, 14 e 16 febbraio. Da non perdere la festa del Giovedì dei Cornuti e l'ultima sfilata in notturna al termine della quale si snoda un pirotecnico funerale di Carnevale seguito dalla banda, da finti prelati e una inconsolabile vedova che assiste al rogo finale del fantoccio

lunedì 11 gennaio 2010

Ecosia: ho chiesto al WWF



Dopo la segnalazione letta su Facebook a proposito del motore di ricerca Ecosia ho inviato una mail al WWF italia per chiedere ulteriori spiegazioni e conferme. Pubblico la mia richiesta e la risposta ricevuta oggi.

Domanda
"Gentilissimi, ho letto di Ecosia il motore di ricerca a "basso impatto ambientale" che collabora con il wwf e donerebbe l'80% degli incassi per la salvezza delle foreste pluviali. Non ho trovato traccia sul sito ufficiale del WWF Italia e vi chiedo se potete darmi altre informazioni più approfondite o indicarmi dove trovarle. La cosa funziona effettivamente così? Il WWF è effettivamente partecipe e beneficiario del progetto all'80%? Nel caso perchè non ne fate menzione nel vostro sito? Ciò darebbe maggiori garanzie ai naviganti sulla affidabilità della comunicazione fatta da ecosia.
Claudio Loliva
Risposta
Gentile Claudio,
Si tratta di un progetto di partnership sviluppato dal WWF Germania con il motore di ricerca Ecosia (lanciato ufficialmente lo scorso dicembre). WWF Italia non ha partecipato alla definizione e implementazione del progetto (per questo motivo non trovi i dettagli dell’iniziativa sul nostro sito web). Naturalmente, date le caratteristiche di Internet e dei motori di ricerca, il portale è disponibile in numerosi Paesi ed è stato tradotto anche in Italiano.
Brevemente le caratteristiche dell’iniziativa: attraverso l’utilizzo di Ecosia e cliccando sui link sponsorizzati è possibile contribuire alla protezione della foresta pluviale amazzonica, attraverso i progetti WWF nella regione Juruena-Apui in Brasile (per informazioni sulle attivitàhttp://www.panda.org/what_we_do/where_we_work/amazon/vision_amazon/amazon_expeditions/juruena_national_park/factsheets). Ecosia donerà l’80% del ricavato da link sponsorizzati.
Stiamo segnalando le domande ricevute dagli utenti italiani ai colleghi del WWF Germania, in modo che il sito Ecosia possa fornire a breve ulteriori dettagli sulle proprie attività e doverosi aggiornamenti sull’implementazione dei progetti di conservazione in Brasile, garantendo trasparenza e efficacia nella rendicontazione dei risultati.
Grazie dell’’interesse dimostrato verso la nostra Associazione e cordiali saluti

sabato 9 gennaio 2010

Perfettamente intonati? Una "botta di culo"

Molti principianti della nostra risma credono o hanno creduto che suonare intonato il violino significhi semplicemente saper mettere le dita al punto giusto, alle distanze precise tra una nota e l’altra. Insomma una questione da matematici e geometri…
Il maestro Carl Flesch nel suo L'arte del Violino ci ricorda che suonare intonato, più che un calcolo matematico, è un “gioco di prestigio” possibile solo grazie ad un buon orecchio musicale :
Se, ad esempio, suoniamo un La e un Sib sulla corda di La, la distanza tra le due note sulla tastiera è di 2 mm. In termini di altezza del suono, le due note sono separate da 60 vibrazioni, cioè una vibrazione per ogni “trentesimo” di millimetro. Suonare con “intonazione pura” significa che il nostro polpastrello, che è ben più largo di 2 millimetri, deve colpire la corda con una precisione mostruosa sul punto giusto di 1/30mo di millimetro. Anche ammettendo che per una “botta di culo” (ehm...l'eufemismo è nostro, non del maestro Flesch) si riuscisse a colpire il punto giusto, riuscire nell’impresa suonando una scala è cosa praticamente impossibile.
“Suonare il violino con intonazione perfetta, nel senso fisico del termine, è quindi impossibile –dice Carl Flesch. Ci sono solo violinisti che “danno l’impressione di suonare intonato perché non colpiscono i suoni con precisione ma li correggono impercettibilmente durante una frazione di secondo, con lo spostar del dito o con un vibrato che abbia una certa tendenza verso il suono intonato”. “Si tratta perciò innanzitutto di rendere così fine il nostro orecchio che un suono falso produca in noi una impressione sgradevolissima e tiri a sé per conseguenza, automaticamente un movimento correttivo”.

La scatola di legno degli Zigani

Il professor Walter Fitzwilliam Starkie autore del libro Raggle Taggle, ( "Avventure di un violino in Ungheria e in Romania”) nel novembre del 1918, al termine della prima guerra mondiale, in un campo di prigionia aveva fatto amicizia con cinque zingari ungheresi. Una delle prime cose che gli zigani gli chiesero fu di procurare loro delle scatole di legno: “Perché?” - chiese Stark meravigliato - “Così possiamo farne dei violini” fu la sorprendente risposta.
L’aneddoto illumina sul piacere di suonare e sull’arte di arrangiarsi. Basta, come nel violino etiope, una “scatola” in legno ricoperta di pelle, attraversata in diagonale da un bastone intarsiato, con in cima un pirolo che serve a tendere la corda
.

giovedì 7 gennaio 2010

Violinisti e cervicale

Tra i violinisti contemporanei Nigel Kennedy (nella foto) è uno dei campioni della testa “storta” (giacente).
In genere le donne sembrano tenere la testa più dritta, mentre gli uomini sono "inclini all’inclinazione". Se è vero che ognuno mette la testa come gli pare, e che non sempre chi sta storto sviluppa un’ernia cervicale, il celebre Carl Flesch nel suo L'arte del Violino (edizioni Curci) dice di esser favorevole ad una “posizione dritta della testa durante lo studio” mentre quando “si fa musica” siamo liberi di piegare la capoccia seguendo i movimenti istintivi
Infatti, con la testa dritta riceviamo il suono non immediatamente nell’orecchio, ma lo sentiamo riflesso dalle pareti della stanza e per conseguenza lo riceviamo (e lo giudichiamo) in modo più obiettivo.
“Se invece il nostro orecchio si avvicina all’istrumento che produce il suono – osserva Flesch - abbiamo la tendenza a sentirci noi stessi, a bearci della bellezza del suono senza alcun senso critico”. "Da ciò la tendenza della maggior parte dei violinisti ad accostare l’orecchio al violino nelle parti cantabili e, al contrario, a serbare una certa distanza nei punti difficili che richiedono un controllo”
E inoltre: " è consigliabile toccare la cordiera col mento perchè così si stabilisce un maggiore contatto con lo strumento". Un tocco molto gentile , naturalmente, per non influenzare l'accordatura.

domenica 3 gennaio 2010

I violini di Caravaggio

Ogni occasione è buona e tra le celebrazioni del 2010 val la pena ricordare quella dei 400 anni dalla morte di Michelangelo Merisi, detto Il Caravaggio, sceso alle “sorgenti gialle(+)” nel luglio del 1610.
Per l’occasione sono previste alcune strepitose mostre come quella nelle Scuderie del Quirinale con trenta opere del Caravaggio provenienti da tutto il mondo. I violini e le partiture compaiono spesso nelle opere del nostro irascibile pittore che aveva tra le sue amicizie più raccomandabili alcuni compositori di madrigali . Nel Suonatore di liuto è dipinta nei minimi particolari una partitura di Giuseppe Galli autore di un trattato di musica pubblicato nel 1598, e sullo spartito si legge il titolo del madrigale “voi sapete che io v’amo”
Nella foto a lato un particolare da Amore Vittorioso. Il violino dipinto ha un ponticello ancora in posizione molto arretrata e tastiera e tavola armonica “piatte”.

Lezione di musica

Si svolgerà dal 7 al 13 giugno 2010 Musequality World Busk l’iniziativa dei musicisti di strada di tutto il mondo a favore di Musequality , associazione che raccoglie fondi per sostenere progetti musicali rivolti ai bambini poveri dei paesi in via di sviluppo. Nel giugno dello scorso anno l’iniziativa è stata sostenuta da 811 musicisti di strada (in 75 città, 17 nazioni e 7 continenti) con una raccolta di 14,719 sterline . Tra i fondatori e sostenitori di Musequality il celebre violinista David Juritz (nella foto a destra) guida dei London Mozart Players, che nel 2007 ha suonato su marciapiedi e piazze di tutti i continenti (escluso l’Antartide…) consumando 14 corde ma raccogliendo ben 60.000 dollari. Come dimostra l’esperienza del Venezuela e delle orchestre giovanili, la musica non è “un inutile lusso" ma si rivela una potente forma di aiuto per i ragazzi dei paesi poveri, e, aggiungiamo, anche per quelli dei paesi “ricchi” che vivono in situazioni di degrado culturale e sociale. Ispirati da Musequality, nella mia città stiamo programmando iniziative musicali per dare gratuitamente lezioni (violino o altri strumenti) , a ragazzi " a rischio" che vivono in famiglie con situazioni di disagio economico o psicologico.
Quanto a Musequality attualmente ha in piedi progetti in , India, Kenya e Tailandia . Chi vuole può giàregistrarsi per Musequality World Busk 2010
Gli indirizzi utili sono
http://www.worldbusk.org/
http://www.musequality.org/
Nel video qui di seguito, il concerto londinese del 2009 a favore di Musequality. Tra di loro al clarinetto anche Alan Rusbridger, editore di The Guardian.

sabato 2 gennaio 2010

Pergolesi: primo violino dei Poveri di Gesù

Se il 2009 ha registrato il bicentenario della morte di Franz Joseph Haydn, il 2010 ci porta molto più a Sud con la celebrazione dei 300 anni dalla nascita di Giovan Battista Pergolesi (Jesi, 4 gennaio 1710 – Pozzuoli, 17 marzo 1736) genio precoce dalla fine precoce. Giovan Battista quanto a salute stava combinato malissimo, si ritiene fosse affetto da spina bifida o da poliomelite e a soli 26 anni morì di tubercolosi . Organista e ottimo violinista (era stato “prima paranza” cioè primo violino dell’orchestra del Conservatorio dei poveri di Gesù” in cui aveva studiato) Pergolesi è famosissimo per il suo Stabat Mater (ripreso da Bach per il suo salmo BWV 1083. Ma se ne ritrovano echi anche in Mozart) . Tradizione vuole l’opera romanticamente completata il giorno della morte del compositore che sull’ ultima pagina dello spartito scrisse "Finis Laus Deo", ( quasi a sollievo per aver avuto il tempo necessario a concludere l'opera) . La produzione artistica di Pergolesi si racchiude in 5 soli anni (dal 1731 al 1736) in cui scrive splendida musica sacra come La Messa in Fa per sei voci e coro e deliziose opere buffe come la “Serva padrona” così apprezzata dagli enciclopedisti e in particolare da Jean Jacques Rousseau, in contrapposizione alla pallosa tradizione dell’opera francese .

Serenata per il principe di San Severo

Il 2010 si celebra anche il bicentenario della nascita di Raimondo di Sangro meglio conosciuto come principe di san Severo. Per le nozze del principe , il nostro Giovan Battista Pergolesi scrisse una serenata che è andata perduta. Voi vi chiederete perché mai dovrebbe fregarvi qualcosa del Principe di san Severo. Son d’accordo. Vi segnalo solo il principe come un personaggio davvero sorprendente. Alchimista, scrittore, militare, uomo di ingegno e inventore che meriterebbe di essere conosciuto di più. (Anche la celebre serie a fumetti di Dylan Dog gli ha dedicato un episodio). Nel centro storico di Napoli si può ammirare la cappella san Severo, (cappella di famiglia ristrutturata quasi completamente dal principe) in cui c’è, tra le altre opere lo splendido Cristo Velato. Visita la cappella all'indirizzo
http://www.museosansevero.it/cappellasansevero/cristovelato.html