Un mattino il signor Tanaka si rivolse a Shinichi Suzuki chiedendo di insegnare i violino al suo figlio cieco Teiichi. “Presi una settimana di riflessione – scrive Suzuki nel suo Crescere con la Musica”- “Poi nel silenzio del mio studio pensai che la prima cosa da fare era mettermi nella stessa situazione di chi non vede. Mi alzai, spensi la luce e tornai a sedermi nell’oscurità più completa. Cercai la strada per arrivare al mio violino, lo presi, con l’arco, e cominciai a suonare. Era completamente buio ma potevo vedere il mio violino “tutto”. In quel momento capii che a volte non abbiamo bisogno di usare gli occhi. Grazie all’intuito riceviamo la forza spirituale di suonare.Attraverso esercizi ripetuti acquistiamo un eccezionale vigore. La nostra attività vitale genera – indipendentemente dalla nostra volontà- un grande potere chiamato kan che ci rende capaci di superare le difficoltà. Ecco perché ero capace di suonare in un mondo buio.







Il violinista di cartapesta è un po' imballato come noi eterni principianti , ma nonostante tutto muove gli occhi, il busto, e tira dritto l’archetto. Il carro allegorico è del carnevale di Putignano (Ba), edizione 2004. Il violino è realizzato con un telaio




